Caro Presidente,
mi pregio di scriverLe direttamente in quanto ho avuto l’onore di incontrarLa e di avere con Lei, nella veste di Sindaco in carica, un colloquio privato nel settembre 2018 in occasione della Sua visita a Portoferraio per l’apertura dell’anno scolastico. Circostanza nella quale ho avuto modo di apprezzare in modo particolare la Sua disponibilità all’ascolto e l’interesse per i valori sociali.
Oggi sono in quiescenza per raggiunti limiti di età e, non essendomi ricandidato alla carica di Sindaco, mi impegno, a tempo pieno, nella ricerca storica. Un' attività precedentemente sacrificata dai numerosi impegni lavorativi quale Dirigente tecnico nella Pubblica Amministrazione, anche se diverse opere editoriali e video-documentari hanno potuto ugualmente vedere la luce, comprese quelle che ho avuto l’onore e la soddisfazione di donarLe in occasione del nostro incontro.
Proprio in questi giorni ha visto la luce la mia ultima pubblicazione - che Le allego - realizzata con lo studioso di storia militare Ruggero Elia Felli, intitolata “Lo Sbarco Della Vergogna – Nome in codice Operazione Brassard – 17 giugno 1944 – L’occupazione e la tentata annessione dell’Elba – Omicidi. stupri, violenze e ruberie delle truppe coloniali francesi”
Partendo da un’articolata ricostruzione dei fatti successivi al tragico 8 settembre 1943 con l’Elba rimasta ancora, per diversi giorni, l’unico territorio metropolitano non occupato da eserciti stranieri, l'opera, grazie anche alle video-testimonianze direttamente acquisite e ai documenti custoditi presso l’Archivio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito, porta alla luce quanto accaduto dopo lo sbarco sull'isola delle truppe coloniali francesi. Queste ultime ebbero libertà di azione e, senza alcun controllo, commisero centinaia di stupri ed omicidi, togliendo la vita a chi voleva proteggere madri, mogli e figli. Senza contare gli innumerevoli saccheggi ed i soprusi ai danni dell’Arma dei Carabinieri.
Episodi gravissimi sui quali la stampa non ha scritto e, la popolazione ha sempre parlato sottovoce, con pudore, soprattutto per quanto riguarda gli stupri. In relazione a questi ultimi è emersa la figura di una giovane donna, tale Olimpia Mibelli Ferrini, che si offrì alle truppe di colore per salvare numerose ragazze elbane.
Negli ultimi anni, pur essendo emersa la volontà di ricordarla con, almeno, l’intitolazione di una via, le procedure non hanno mai visto uno sviluppo anche per la totale mancanza di documenti probatori e, per il tempo trascorso, di testimoni oculari dei fatti. Addirittura, fino all’uscita del nostro volume, di Olimpia Mibelli Ferrini non era noto neanche il volto per l’indisponibilità di immagini fotografiche. Vuoto che oggi è stato colmato.
Nell'attività di ricerca portata avanti sono state acquisite le relazioni redatte, nell’immediatezza dei fatti, dai militari dell’Arma dei Carabinieri, ma, soprattutto, la relazione redatta nell’aprile del 1947 dalla apposita Commissione d’indagine, istituita per far luce sui fatti, con allegati i verbali di numerosi interrogatori di Medici, Ufficiali, Crocerossine e Funzionari che, per il loro ruolo, avevano avuto conoscenza diretta dei fatti.
La documentazione raccolta, con la piena condivisione del coautore Ruggero E. Felli, mi porta ad osare di chiederLe un suo autorevole intervento per arrivare all'attribuzione di un importante riconoscimento, sia pur tardivo, nei confronti di una cittadina che si è sacrificata per salvare tante coetanee.
Grato dell’attenzione fino ad ora riservatami, spero vivamente che Lei possa dare seguito a questa mia richiesta dando disposizione agli uffici preposti di avviare la procedura per ricordare il sacrificio di Olimpia Mibelli Ferrini con l'assegnazione della Medaglia d’Oro al valor civile.
A sua completa disposizione, insieme al coautore del libro Ruggero Elia Felli, per tutte le delucidazioni ritenute necessarie, colgo l'occasione per porgerLe i miei più cordiali saluti.
Arch. Mario Ferrari