Un breve ricordo di Bruno Pizzul, recentemente scomparso, perché è stato legato ad una iniziativa nata qui sull'isola d'Elba nel 1990. Parlo del Premio alla sportività Paolo Valenti, che fu creato nelle scuole isolane in memoria del fondatore di “90° Minuto” in Rai.
Gli studenti dovevano segnalare ogni anno, chi praticava lo sport con lealtà, solidarietà e amicizia, seguiva poi una cerimonia con la premiazione dei meritevoli.
Incontrai Pizzul all'edizione del 2007, il 9 maggio, a Piombino, quando il Premio era ormai diventato di livello provinciale (coinvolgeva tutte le scuole medie e superiori da Livorno all'Elba), grazie all'assessore Fausto Bonsignori.
Conobbi Pizzul al teatro Metropolitan oltre canale, dove si svolse la premiazione d'intesa con la Provincia e la regione Toscana, il Coni con il delegato Claudio Bianchi, il Ministero dell'Istruzione e ovviamente il Provveditorato agli studi labronico.
In quell'occasione erano intervenuti vari personaggi. Oltre Pizzul, Aldo Agroppi, noto calciatore e allenatore di serie A di Piombino, anche lui scomparso di recente, poi Raffaello Paloscia, noto giornalista sportivo regionale, e ovviamente la vedova di Paolo Valenti, la signora Bruna Liguori e altre autorità.
Ebbi modo di parlare col grande giornalista della Rai, grande d'altezza ma soprattutto di professionalità, che nell'occasione dovette accettare di fare da moderatore del dibattito che si sviluppò nella sala gremita, prima delle premiazioni. Mi ribadì l'importanza di quella iniziativa perché poneva l'attenzione non sui più bravi, ma sui più generosi atleti sorpresi a fare un vero gesto di sportività durante una gara.
Venivano premiati anche i Big dello sport e il primo fu Soldini che interruppe una regata che stava vincendo, per salvare una sua rivale in difficoltà. Principi nobili e determinanti, suggeriti dalla carta olimpica dello sport.
Spesso oggi si sente dire che nelle gare ci vuole cattiveria per ottenere il massimo. Una vera assurdità, un modo di dire inopportuno diffuso ampiamente dai media, che va ad alimentare concetti molto lontani dal vero spirito sportivo. C'è invece bisogno di ricordare i veri valori dello sport, come faceva spesso Paolo Valenti in Rai, a partire dalle scuole, esaltando i principi di lealtà, partecipazione amichevole e solidarietà, tra chi pratica l'agonismo.
Pizzul sapeva bene quanto può degenerare lo sport avendo vissuto nel 1985, la tragedia dello stadio di Heysel, con 39 morti e 600 feriti. Bruno ha fatto anni di cronache del calcio, della nazionale, in modo equilibrato e sapiente. Un personaggio esemplare da non dimenticare.
Voglio però ricordare che Agroppi intervenne altre due volte al Premio Valenti, negli anni in cui la manifestazione di premiazione era solo elbana, a Portoferraio. Grazie Aldo, riposa in pace.
E intanto Claudio Bianchi, delegato del Coni, vorrebbe far rivivere nelle scuole dell'isola il Premio Valenti alla sportività. Nel passato durò, in totale, 18 anni. Chissà, magari ci riusciremo, vedremo.
Stefano Bramanti