L’isola d’Elba occuperà una intera puntata di Spartiacque, questa volta per una prerogativa che la rende unica nel panorama italiano: l’abbondante minerale ferroso delle miniere elbane e la storia millenaria della sua estrazione e lavorazione.
Sugli schermi televisivi si vedrà in azione un forno siderurgico costruito secondo il presumibile modello di quelli che coprirono di fumo l’isola tra il III ed il I secolo a.C., fornendo ferro ai Romani e a tutto il Tirreno. Questa antica attività siderurgica ha lasciato numerose tracce di sé, parte delle quali sopravvivono ancora oggi nelle scorie metallurgiche che rimangono su numerose spiagge elbane. Lo studio di queste tracce per la ricostruzione dell’ antica storia della lavorazione del ferro elbano è uno dei principali temi di ricerca anche recentemente condotti dal gruppo AITHALE in uno di questi siti di riduzione, a San Giovanni (Portoferraio).
Nella puntata di Spartiacque del 26 novembre il giornalista Guido Morandini seguirà e documenterà tutte le fasi che portano dall’escavazione dell’argilla e del minerale, all’arrostimento dell’ematite, alla riduzione ed estrazione del blumo, sotto l’abile guida del fabbro d’arte Lucio Pari e con la collaborazione di studiosi del gruppo AITHALE. L’ambientazione – eccezionale – è quella del Parco Minerario di Rio Marina, che ha generosamente messo a disposizione le proprie risorse per l’esperimento. La stagione, talvolta inclemente, non ha impedito lo svolgimento dei lavori, che hanno richiesto complessivamente 5 giorni, nel mese di marzo 2013.
Per quanto spettacolare, l’iniziativa aveva finalità eminentemente scientifiche. Si trattava infatti di verificare se le peculiarità chimiche che caratterizzano il minerale elbano (un alto tenore di stagno e tungsteno, come dimostrato da ricerche di studiosi del gruppo AITHALE) passano anche nella scoria e in quello che è poi il prodotto finale della riduzione, il blumo o massello di ferro. Le analisi sono ancora in corso all’Università di Firenze; dall’esito di questo ed altri esperimenti dipende la possibilità di ricostruire in modo scientifico l’areale di diffusione del minerale elbano nell’antichità, e di porre quindi su più solide basi la questione storica dell’importanza e del ruolo delle miniere di Rio nel contesto mediterraneo.
Ma per quanto l’interesse scientifico fosse preminente, è inevitabile constatare che l’esperimento ha costituito anche un momento di alta comunicazione scientifica, suggerendo così per l’Isola nuovi possibili percorsi di proposta culturale e turistica, per la quale il gruppo AITHALE offrirà volentieri il proprio contributo.
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