Vincenzo Coresi del Bruno durante il suo decennale (1730-1740) governatorato civile e militare i Portoferraio scrive lo “Zibaldone di memorie”, manoscritto di memorie del suo governo conservato alla biblioteca marucelliana in Firenze. Qui annota con precisione le “anime che si ritrovano nella Piazza e Fortezza di Portoferraio dall’anno 1730 insino al 1740”.
(Cfr pg 334-338 di “Zibaldone di Memorie” 1729)
Circa 4000 abitanti (maschi e femmine) sono presenti ad abitare Portoferraio durante il suo governatorato.
Di questi abitanti quasi mille sono costituiti da militari che lui chiama la “milizia pagata”: praticamente un quarto di tutta la popolazione.
Sempre Vincenzo Coresi del Bruno fa sapere che tutta questa soldatesca pagata è sottoposta a ordini di giustizia militare vigenti nella piazzaforte di Portoferraio sin dal 1643.
Tali ordini sono annotati e registrati nel manoscritto sopra accennato, contenuti in una corposa rubrica dal titolo “ORDINI DI GIUSTIZIA MILITARI" da osservarsi dalle soldatesche del Ser.mo Granduca di Toscana 1643
FERDINANDO SECONDO GRANDUCA DI TOSCANA
Volendo Noi mantenere illeso il governo della buona giustizia per la nostra soldatesca, habbiamo comandato rinnovarsi e pubblicarsi di nuovo li seguenti Ordini in conformità dei nostri Serenissimi Predecessori acciò ciascheduno sappia come si deve contenere e quelli che non si volessero astenere dall’errare per desiderio d’onore lo faccino col timore delle pene …”
(Cfr pg 285-320 Idem come sopra)
Da questi ordini di giustizia si comprende molto bene che la vita di ogni singolo soldato è nelle mani, dipende dal volere del padrone e signore serenissimo .
Chi è in uniforme è più suddito degli altri sudditi civili.
E’ un potere con il quale il serenissimo padrone e signore può comminare pene dalle più lievi, alla carcerazione, al confino, alle amputazioni fino a quella di morte a seconda del reato commesso.
Un potere verso cui si solleverà il popolo alla fine del settecento con la rivoluzione francese.
Il serenissimo signore e padrone decreta non soltanto pene ma anche premi quali gratificazioni finanziarie, appezzamenti di terreno a quei soldati che si distinguono benemeriti nel loro servire. A testimonianza di quanto accennato ecco la gratificazione finanziaria accordata nel 1643 a tre soldati granducali di Portoferraio: ”L’ill.mo Sig. M. Seren.mo Padrone ha fatto grazia a Franc.co Barra di codesto luogo, che sia arruolato in codesto presidio con la provisione di scudi cinque al mese, che a Bartolomeo Colombini si dia uno scudo al mese di vantaggio e che a Michelangelo Marinaj da Firenze, Fran.co Marianj da Barga et Bartolomeo Barbetti da Pietras. ta soldati in codesto luogo come benemeriti si dia tre scudi al mese per senza obbligo di servizio et tutte le suddette grazie son del d.o M.se di agosto corrente et di Firenze si manderà il numero della filza. Si compiacerà dunque di questa conformità ordinare al Canc.re che aggiusti la scrittura acciò venga eseguita la mente di S. A.
Di Firenze a dì 12 agosto 1626
Dev.mo Gio. Ant. Borromei”
(Cfr pg 44 di “Fiorenza e Cosmopoli a tavola nel rinascimento “Alvaro Claudi ,Tipografia Bandecchi e Vivaldi. Pontedera 2019)
E’ reato sconveniente per un soldato sposarsi senza il consenso del serenissimo padrone.
Per procedere al matrimonio il soldato deve avere la “grazia” del duca con la quale è concesso il consenso.
La “grazia” è ottenuta in seguito a supplica.
Sotto questo aspetto già carte di archivio documentano che nel 1548, anno di inizio della fondazione di Cosmopoli, il matrimonio della soldatesca di Cosimo deve avere il consenso del serenissimo padrone. In questo anno (1548) Bastiano Campana, provveditore alla fortificazione in Portoferraio si trova all’Elba e annota al duca Cosimo che “alcuni dell’Elba han proposto dar moglie a Giovanni suo fratello, una loro figliola et sono de’ primi dell’isola, ma non li ha voluti risolvere senza farlo intendere a V.E. et saper s’ella se ne contenta”
Questa la risposta del duca Cosimo: “che lo facci perché a S.E. non sarà se non grato ogni comodo suo et del fratello“
(Archivio mediceo. Filza 12.c 372r. Archivio di stato di Firenze)
Nel settecento una serie di carte conservate nell’archivio storico di Portoferraio attestano questa prassi essersi mantenuta: il padrone signore serenissimo interviene a dire la sua nel matrimonio dei soldati da lui pagati nella guarnigione di Portoferraio.
Nell’agosto del 1700, Carlo Antonio Bandi, dalla segreteria di guerra in Firenze, scrive al governatore di Portoferraio che un padre non vuole che il figlio lasci il presidio di Portoferraio per tornare a Firenze dalla donna amata e ha supplicato il granduca di non lasciarlo uscire dalla piazzaforte. Sua Altezza Reale per prendere questa decisione vuole sapere le qualità del futuro sposo e sposa.
“AL Sergente generale Tornaquinci. P/ferraio
Ill.mo Sig Mio Pron.Col.mo
Matteo Socci che tiene costà un figlio per nome Pier Maria soldato in codesto presidio ha supplicato il Ser.mo Padrone di volergli costì ordinare che non fosse lasciato uscire per tornarsene in questa città onde S.A. R. mi comanda di scrivere a VS Ill.ma che mi avvisi le qualità di detto Pier Maria e chi sia la donna che pensa di sposare acciò poi forse prendere quelle resoluzioni al suo sommo discernimento saranno più proprie
Di Firenze 20 agosto 1700
Dev.mo Obbl.mo Serv.re
Carlo Antonio Bandi“
(Archivio preunitario. Archivio del governo di Portoferraio 1553-1799.Carteggio del governatore. Filza “Lettere diverse sin all’anno 1709 al tempo dell’illustrissimo Sig Barone Alessandro Del Nero 1701-1709 “.C9.Lettera 323 .Archivio storico comune di Portoferraio)
FOTO 1
Nell’agosto del 1706,Anton Francesco Montauti, dalla segreteria di guerra in Firenze, scrive al governatore di Portoferraio dicendo che la moglie vuole ricongiungersi al marito che è soldato a Portoferraio e fa sapere che il Padrone Serenissimo ha concesso che lo può fare e però deve continuare ad avere la stessa paga ed avere assegnato alloggio.
“Sig, Sergente Generale Del Nero /Porto ferraio
Ill.mo Sig,Mio Pron. Col.mo
Avendo mostrato desiderio la moglie di Giuseppe Predelli soldato in codesto presidio di venire a convivere col marito si contenta il Padrone Ser.mo che possa farlo e però mi comanda di scrivere a VS Ill.ma che ella faccia continuare la paga di scudi quattro il mese conforme gode di presente e che inoltre ella gli faccia assegnare un poco di quartiere per abitare
Di Firenze 7 agosto 1706
Dev.mo Obbl.mo Serv.re
Anton Francesco Montauti“
(Archivio preunitario. Archivio de governo di Portoferraio 1553-1799.Carteggio del governatore. Filza “Lettere diverse sin all’anno 1709 al tempo dell’illustrissimo Sig Barone Alessandro Del Nero “.C9.Carta n 104.Archivio storico comune di Portoferraio)
Nell’agosto del 1707 ,Pier Antonio Gerini da Firenze scrive al governatore di Portoferraio. Gli fa spere che ”Sentendo il Sig Principe Padrone che Antonio Todeschini mediti pigliar moglie” vuole che sia messo subito nella fortezza del Falcone e al tempo stesso che non gli sia fatto sapere perché viene messo dentro forte Falcone
“Sig. Barone Alessandro Del Nero /P.ferraio
Ill, mo Sig Mio Pron Col.mo
Sentendo il Sig Principe Padrone che Antonio Todeschini mediti di pigliar moglie ,resta servito di far sapere a VS Ill.ma ch’ella sia contento di farlo immediatamente mettere in codesta Fortezza del Falcone per impedirgli così di poter eseguire un tal di lui pensiero, desiderando però S.A. ch’ella si astenga di far consapevole al medesimo il motivo per cui egli venga ad essere messo nella predetta Fortezza.
Tanto devo significare a VS Ill.ma in adempimento dei cenni specifici di S.A.R.
Di Vs Ill.ma
Di Firenze 23 agosto 1707
Dev.mo Obbl.mo Serv.re
Pier Antonio Gerini”
(Archivio preunitario. Archivio del governo di Portoferraio 1553-1799.Carteggio del governatore. Filza “Lettere diverse sin all’anno 1709 al tempo dell’illustrissimo Sig Barone Alessandro Del Nero “.C9.Carta n 375.Archivio storico comune di Portoferraio)
Pochi giorni dopo questo ordine ne arriva un altro al governatore di Portoferraio che riguarda sempre il soldato Todeschini
“D’ordine dell A.S., il Serenissmo Principe Padrone “si vuole che il soldato Antonio Todeschini sia tolto dalla fortezza del Falcone, che ritorni al “ suo primiero stato togliendoli bensì la libertà di uscir fuori con avvertirlo… ”
“Sig Barone Alessandro Del Nero /P.ferraio
Ill.mo Sig Mio Pron Col.mo
Non erano stati qui previsti gl’inconvenienti che la solita avvedutezza di VS Ill.ma suppone facili a succedere dalla resoluzione presa di mettere codesto Antonio Todeschini nella Fortezza del Falcone in cui quando dovesse egli fare da per se stesso le sue funzioni verrebbe a sottoporsi agli attentati di fuga nella necessità di guarnire le mura e col pagarle ad altri potrebbero mancargli gli() per vivere.
Pare perciò al Ser.mo Principe Padrone che non vi sia meglio compenso di levarlo di detta Fortezza e perciò mi comanda di soggiungere a VS Ill.ma come potrà compiacersi di ritornarlo nel suo primiero stato togliendoli bensì la libertà di uscir fuori con avvertirlo anche antecedentemente che quando mai in avvenire si sappia ch’egli nutrisca pensieri d’accasarsi o pur ne dia segni per mezzo di qualche innamoramento non solo sarà rimesso nella medesima fortezza ma potrà sovrastargli alcun castigo maggiore come quello di essere mandato in un fondo di Torre o simili.
Tanto mi occorre significare a VS Ill.ma d’ordine dell’A.S.
Di Vs Ill.ma
Di Firenze 30 agosto 1707
Dev.mo Obbl.mo Serv.Re
Pier Antonio Gerini “
(Archivio preunitario. Archivio del governo di Portoferraio 1553-1799.Carteggio del governatore. Filza “Lettere diverse sin all’anno 1709 al tempo dell’illustrissimo Sig Barone Alessandro Del Nero “.C9.Carta n 376. Archivio storico comune di Portoferraio)
Marcello Camici
Foto di copertina - Lettera di Carlo Antonio Bandi al governatore di Portoferraio. Il soldato Socci non deve tornare a Firenze
Filza “Lettere diverse sin all’anno 1709 al tempo dell’illustrissimo Sig. Barone Alessandro Del Nero 1701-1709 “. C9.Carta n. 323. Carteggio del governatore. Archivio preunitario. Archivio del governo di Portoferraio 1553-1799. Archivio storico comune di Portoferraio.
Foto 2 - Lettera di Pier Antonio Gerini al governatore di Portoferraio. Il soldato Todeschini può essere tolto dal forte Falcone, ma non può uscire dalle porte e va avvertito che se intende accasarsi sarò rinchiuso al Falcone. Filza “Lettere diverse sin all’anno 1709 al tempo dell’illustrissimo Sig. Barone Alessandro Del Nero“. C9.Carta n 376. Archivio preunitario. Archivio del governo di Portoferraio 1553-1799. Carteggio del governatore. Archivio storico comune Portoferraio.