Dopo due giorni di full immersion alla Borsa del Turismo Online, che si è svolta alla Fortezza da Basso a Firenze, nel caleidoscopio di persone, di esperienze realizzate, di visioni, quello che mi rimane è questo capovolgimento che insieme alle parole Condivisione e Reputazione segnano la direzione verso la Sharing Economy.
Sono cresciuto con lo slogan “Pensare globalmente e agire localmente”, oggi la rivoluzione digitale ha rovesciato i termini. Pensare localmente e agire globalmente è un modo per riappropriarsi del proprio territorio, delle proprie identità, delle proprie emozioni e condividerle con il resto del mondo. Rovesciamento perché la cifra del momento è quella di una sorta di “intelligenza collettiva” dove il pensiero, l’azione, i sentimenti di ognuno dal più sperduto angolo del mondo possono contribuire a costruire il presente, ma bisogna tenere conto di un’altra parola rivoluzionaria, soprattutto per noi italiani: Reputazione. Perché in questo sistema globale di relazioni che si intrecciano con la produzione, con la sensibilità dei cittadini e dei consumatori la Reputazione, l’affidabilità, quello che pensano di noi è fondamentale e questo ci porta verso la coerenza tra promesse e prodotti, tra immagine e realtà, tra sogno e vissuto.
Perché tutto questo ci interessa in questa rubrica? Perché l’Elba, che è un piccolo territorio che vive di turismo, ha oggi la straordinaria opportunità di farsi conoscere nel mondo non solo attraverso i prodotti della natura: mare, spiagge; ma attraverso i prodotti della sua cultura. Non solo attraverso la comunicazione ufficiale, per lo più analogica, ma attraverso il contributo di tutte le persone che possono comunicare direttamente con i propri strumenti digitali. L’altra parola emersa nella due giorni è “Mobile”, il sistema di comunicazione è orientato su dispositivi mobili. Più del 70% dei contenuti digitali vengono usufruiti dalle persone su uno smartphone o su tablet, informazione, comunicazione in movimento ovunque tu sia. Questo ci fa riflettere su i ritardi del nostro paese e delle nostre amministrazioni nel rafforzamento delle reti e nel cablare i territori.
La ricerca presentata alla BTO, realizzata per Google, da Oxford Economics rivela che: "Con l'incremento di contenuti turistici online in Italia si potrebbe dare un impulso all'economia per 250 mila posti di lavoro".
Detta così sembra facile, basta comunicare qualsiasi cosa e arriva a tutti, ma è facile intuire che se possiamo tutti comunicare ci troveremo in una quantità impressionante di informazioni dalla quale sarà difficile scegliere e arriveremo all’effetto contrario, troppe informazioni disponibili e nessuna informazione ricevuta, solo una grande cacofonia.
Per questo bisogna organizzare la comunicazione digitale, con la partecipazione delle persone che vogliono contribuire e che consentono, sia una molteplicità di punti di vista, che una diffusione mirata su temi e target specifici.
I temi che mi stanno a cuore come i prodotti della terra, la cultura che li produce e li trasforma, possono essere patrimonio di tutti se saremo in grado di attivare una partecipazione alla produzione e condivisione, se sapremo dargli un’immagine forte che corrisponde al vero, se sapremo fare sistema sul territorio. La share economy è in fondo superamento della rigidità dei ruoli, ottimizzazione delle risorse, condivisione degli obiettivi, nuove opportunità per far incontrare bisogni e offerta.
In Gran Bretagna, dove il 64% degli abitanti ha fatto ricorso allo sharing almeno una volta, questa nuova economia fa girare 4,6 miliardi di sterline l’anno (5,5 miliardi di euro). Negli Usa si parla di almeno 3,5 miliardi di dollari e la Us Conference of Majors ha adottato una risoluzione con cui i sindaci si impegnano rendere le loro città più “shareable”.
Valter Giuliani http://www.elbataste.com/