"Santiago Bernabeu, Madrid, 26 settembre 1964. Coppa Intercontinentale
Era seduto lì, al solito posto, accovacciato con i gomiti che poggiavano sulle cosce come ogni volta. Una voce marziale impartiva gli ultimi ordini; ma l’uomo, nella sua mente, sapeva già che il condottiero dell’ardua sfida sarebbe stato lui e che i suoi uomini non avrebbero mai disobbedito a un suo comando o a un suo sguardo.
Cercò di mantenersi concentrato nonostante il sudore e il battito cardiaco accelerato e non aveva ancora calzato le scarpette.
Le guardava quasi inebetito, poi le prese in mano entrambe e le accarezzò per sentirne il grasso che vi aveva spalmato la sera precedente, quindi ne calzò una… un primo giro ai lacci…un secondo giro, infine il nodo; dopo passò all’altra scarpetta.
Tutto con una freddezza assassina, quasi a rispettare un atavico rito tribale; fissò negli occhi i suoi compagni uno a uno e si alzò di scatto per mettersi alla loro testa, la porta si aprì e il buio calò su di loro”.
(Tratto dal secondo capitolo del “Subbuteo che volo’ col libeccio”; Persephone Edizioni 2013, pp 155)
Sabato prossimo, il 21 dicembre 2013 alle ore 21,30 ecco il secondo appuntamento serale da “Il libraio” di Portoferraio sarà presentato un libro sul mondo del calcio e del gioco del Subbuteo adatto sia agli adulti che ai ragazzi, perchè con un ritmo narrativo incalzante e pieno di nobili sentimenti, l’Autore, Mario Giaconi, maestro elementare in una scuola di Portoferraio, ci appassiona e ci svela tutti i segreti di questo sport da tavolo che raccoglie un enorme numero di appassionati in tutto il Mondo.Un vero e proprio Universo, fatto di miniature fedeli, ricostruzioni storiche di partite e strategie di gioco che hanno segnato generazioni di tifosi.
Il libro è uscito lo scorso ottobre e ha già avuto due presentazioni fuori dall’Elba, quella di sabato è la prima sul nostro territorio, caro all’Autore perché sua seconda patria: Mario lavora qui e si è sposato con un’elbana.
E’ la storia di Edoardo, un ragazzino volitivo che instaura un profondo rapporto di amicizia col campione livornese Armando Picchi, sullo sfondo la suggestiva città labronica a fine anni 60, inizio 70, le sue atmosfere e il suo vento di libeccio.