Di ritorno dal viaggio all’Elba al seguito di Una vita non basta. Memorie da una metamorfosi (in realtà è lui che presenta me, più che il contrario), riordino le idee, le esperienze, il senso degli incontri di tre giorni sull’isola. Provando a trovare una sintesi. Che non può essere che in forma di gratitudine.
1) Grazie all’Isola. Sono partito con un libro sull’Elba, torno con un libro dell’Elba. Non potevo sapere se avevo interpretato, compreso, fatto mia, saputo raccontare l’isola. L’unico modo era ascoltare le reazioni. E le reazioni sono state di ascolto, interesse, approvazione e ammirazione. (Tanto da crearmi un certo imbarazzo, visto che ho sempre preferito, in tv, essere ripreso di quinta, con discrezione.) Mi pare insomma che l’Elba, o almeno quella bella piccola rappresentanza che ho incontrato, abbia acquisito il romanzo come suo.
2) Grazie alla stampa locale, in carta e on line, che ha dato una diffusione inattesa al ciclo dei tre incontri e al Diario in cui riassumevo cronache e sensazioni. Grazie a La Nazione, Il tirreno, Repubblica, a Elbareport, Tenews (on line e tv), Camminando e a chi, eventualmente, dimentico o non ho visto.
3) Grazie ad Angelo Mazzei, a Paola Mancuso, Giorgio Barsotti e Federico Regini, che nelle tre presentazioni hanno dato ciascuno una lettura diversa e originale di Una vita non basta. Da ogni incontro il libro usciva più ricco per l’eco che mi rimandava. Ho scoperto da loro, tra l’altro, di aver scritto un “romanzo filosofico” (è il genere che mi piace di più), un libro che parla di anima (un argomento che mi interessa particolarmente), di aver usato una forma di narrazione poetica.
4) Grazie a tutti coloro che, in periodo di shopping natalizio, hanno trovato il tempo di partecipare agli incontri di Marciana, Rio Marina, Portoferraio: una cinquantina di persone in tutto, da cui ho ricevuto un ascolto attento, curioso, attivo e la richiesta di molte dediche sulle loro copie.
5) Grazie in particolare ai cinque presenti a Rio Marina, i primi a comprendere che quel libro è soprattutto un omaggio a loro, alla loro storia, alle radici del loro paese, ai loro antenati. Poiché “nemo propheta in patria” dovevo aspettarmi che il luogo di nascita del protagonista, di sua madre e del bisnonno minatore, il paese dove è ambientata la vicenda più emozionante di tutto il romanzo, si tenesse lontano. Spero abbiano tempo di comprendere che il libro è anche loro e di fare un po’ meglio nell’organizzazione di un altro evento, quest’estate, con i tanti sostenitori di Rio Marina com’eremo e con lo sfondo delle loro foto. Dai “magnifici cinque” mi sono fatto autografare, con dedica, una copia del mio stesso libro, che ora è la vera copia “mia”. E’ stato bello (e un po’ …da mondo alla rovescia).
6) Grazie a tutti coloro che dopo gli incontri, o dopo la lettura degli articoli sugli eventi, hanno scelto di avere una loro copia e di passare prossimamente del tempo a leggere le storie della loro isola e non solo, intrecciate con quelle di altri luoghi, in fondo un po’ di tutto il mondo, tra Germania, Brasile, Sudafrica e Spagna, e un po’ di tutte le epoche, dagli Argonauti ai Beatles a David Villa. Grazie dei vostri sorrisi, delle vostre parole e delle strette di mano.
7) Grazie a Il libraio di Portoferraio, a Silvia e Michele, che hanno creduto nel libro, sostenuto le spese di viaggio e degli eventi e, con l’aiuto di Agnese, hanno preparato i tre incontri e li hanno accompagnati con i libri al seguito. E’ una libreria stupenda, che parla davvero di anima, quella che si coglie nell’ordine dei banchi e degli scaffali, nei cartellini “Consiglia” su alcuni libri, nell’energia che arriva, e resta tra quelle mura, con le letture ad alta voce, i bambini, i lettori, con la gentilezza e l’attenzione dedicata a chiunque entri.
8) Grazie ai comuni di Marciana, Rio Marina, Portoferraio che hanno messo a disposizione i locali per questa strana “prima invernale” di un giro che va a spasso per l’isola.
Grazie a tutti perché sono ritornato dall’Elba con quell’entusiasmo che è la vera arma segreta, contagiosa, nei tempi di crisi, di smarrimento, di apparente perdita di speranze come pare il periodo che stiamo vivendo.