Andate al sito sito http://barillaperigiovani.barilla.com/vincitori/chiara-fioretti.html aprirete un video che mostra un'elbana, Chiara Fioretti, che si è conquistata un posto importante nella società italiana, vincendo il premio Barilla 2013, destinato ai migliori ricercatori under 28. Le hanno stretto la mano, nella recente cerimonia di Milano, al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci, i Barilla stessi, ma anche Alex Zanardi, testimonial, Gavino Sanna, pubblicitario di fama mondiale e altri big, consegnandole anche un cospicuo assegno di 40 mila euro, destinati ad ogni prescelto e, curiosità particolare, tra i 10 premiati, selezionati su centinaia di partecipanti dello Stivale, 9 ragazze. Ma come nasce questa iniziativa? Pietro Barilla, di cui quest'anno ricorre il centenario della nascita, meritava la promozione di un tale impegno: il premio per i giovani, una iniziativa che mette in gara autori di progetti di valenza sociale che abbiano attinenza con uno dei seguenti ambiti: Business Management, Qualità, Innovazione, Arte, Comunicazione e Design e No profit. Chiara quindi ha ottenuto una vero successo e probabilmente si potranno aprire nuove strade per lei, chance che potrebbero dare ulteriore luce ad un percorso di studi notevole, alla figlia del presidente del Consorzio di tutela dei vini elbani Doc, che gestisce la tenuta dell'Acquabona di Magazzini. E' lei stessa che ci ha descritto il suo percorso. “Mi sono diplomata al Liceo Classico Raffaello Foresi di Portoferraio nel 2004 con voto 100/100. Ho scelto di proseguire gli studi frequentando la Facoltà di Psicologia a Firenze, nella quale mi sono laureata con 110 e lode nel febbraio 2010. Fin dai primi anni dell’università ho deciso di impiegare il mio tempo libero nel volontariato, in ospedale con i piccoli pazienti pediatrici, in particolare quelli affetti da tumori e leucemie. In occasione della mia tesi di laurea ho vissuto sei mesi a Siviglia, in Spagna, facendo ricerca nell’ospedale pediatrico Virgen del Rocio, approfondendo il vissuto degli operatori sanitari che si prendono cura dei bambini colpiti da tumore cerebrale. Dopo il tirocinio e l’abilitazione alla professione di psicologo, ho deciso di connettere le conoscenze vissute sulla mia pelle con i pazienti oncologici ed i familiari, e con gli operatori sanitari, facendo ricerca sulla loro delicata relazione terapeutica. Nel 2011 ho avuto la grande occasione – prosegue- di vincere il concorso di Dottorato, purtroppo senza borsa di studio, in Psicologia e Neuroscienze ed ho deciso di concentrare il dottorato proprio su questo mio interesse. Sono volata quindi a Londra, al King’s College, per collaborare con il Dipartimento di Huimanities and Health e vedere come gli operatori sanitari vengono formati alle Medical Humanities, perfezionando le mie conoscenze e competenze sull’argomento. In maggio ho, senza troppe speranze, inviato la mia candidatura al premio Barilla per i Giovani: con estrema sorpresa a fine dicembre ho avuto notizia della vittoria del concorso. In tutto questo tempo, prima della borsa di studio Barilla, ho potuto portare a termine gli studi grazie ai miei genitori e mi sono procurata qualche entrata di sostegno con tanti lavori di commessa, cameriera, hostess, lavoratrice stagionale all’Isola d’Elba e altro del genere. Ci tengo a dirlo, perché l’università purtroppo investe ancora poco nelle persone volenterose”. Ma cosa hanno premiato i giudici di Barilla, qual è il progetto di Chiara? Consiste in un nuovo approccio tra medico e paziente, chiamato “Narrative Base Medicine” che inserisce nella pratica medica quotidiana, l'ascolto della storia del paziente, ovvero, non si dà importanza solo all'aspetto puramente medico e tecnico, ma si attua una medicina basata sulla narrazione, sul racconto del paziente della sua malattia in senso olistico. E quindi per la ragazza grande soddisfazione e pensa anche ai suoi conterranei. “Spero che la buona sorte che ho avuto io possa capitare ad altri giovani elbani; ne conosco diversi di grande qualità. Sognare grazie ad un serio impegno è possibile e spesso certi sogni diventano realtà”.