Con poche parole, con pochi elementi si possono esprimere concetti elevati e, sintetizzando ancora, il silenzio può sostituirsi alla parola e parlare lo stesso
La piramide di Cheope, che meraviglia e quanto è semplice! E quanti concetti e misteri ci racconta. La parola è sacra. In principio era il verbo...
Dietro la parola c'è il pensiero e così una parola può provocare una guerra oppure consolarci o renderci felici, specialmente se detta al momento giusto e magari sottovoce.
Il tono della pronuncia è importante, se è forte e nervoso può provocare malanni all'anima, la può bombardare, contrariamente può portarci perfino all'amore, che non ha più parole.
Quante cose ho imparato dai silenzi di Mario Luzi!
Lunghe pause aveva il Cristo per comunicare alle folle.
Socrate leggeva e parlava silenziosamente.
La parola che “era” sacra dovrebbe essere calibrata e ponderata per meglio portarci alla ragione .
Può inquinarci o renderci creativi.
Comunque deve essere sintetica per meglio comunicare allo spirito.
Molte parole complicano la memorizzazione delle idee. Poche e semplici parole sono dei saggi, degli uomini illustri e moderati.
Ho sempre pensato che se non fosse nata la parola saremmo stati più intuitivi e avremmo comunicato con lo sguardo e con il pensiero.
Poche parole sono state dette da Michelangelo nel marmo e poche nella pittura di Giotto.
Capisco che non è semplice, io cerco dalla mattina alla sera la sintesi nel mio lavoro e, da povero ignorante, credo spesso di prevedere in un istante la parola altrui con l'intuizione.
Chi esagera con le parole non è più una persona: se non erro nelle iscrizioni tombali etrusche la parola “persona” guarda caso, significava “maschera”.
Lo scrittore Guareschi nel suo vocabolario usava poche decine di parole e certamente evitava tanti “cerimoniali”.
Poche parole dette bene “rimangono dentro”.
Mi vengono in mente alcune osservazioni che l'illustre prof. Alfonso Preziosi mi faceva alla scuola media e che non dimenticherò mai: “ Mi sia concesso: con tante chiacchiere noi stiamo demolendo l'Italia.”.
Cosa c'é dietro le parole dei nostri politici? Quasi sempre il vuoto, perché esse non corrispondono a verità, hanno secondi fini. E quando sono troppo belle... gatta ci cova.
Non ho ancora sentito qualcuno che annunciasse l'apertura di nuovi cantieri... eppure tutto sembra andare avanti e milioni di persone soffrono la fame. Un altro popolo avrebbe fatto rivoluzioni, noi ci possiamo abituare al peggio del peggio.
In arte i processi sono tre: visione della realtà, meditazione, creazione.
Oggi le parole riempiono gli spazi televisivi, fanno tanto rumore e ci rompono... i timpani...
Dietro questi discorsi c'è il vuoto dell'incoscienza. Ma della gente mediocre, senza cultura (che vuol dire semplicemente conoscenza) ci si approfitta meglio.
Corre voce che si tolga l'insegnamento della Storia dell'Arte dalle scuole, per cui sono nati anche dei comitati di protesta. Non voglio crederci, ma non mi meraviglierei...Io sono stato 40 anni insegnante di Storia dell'Arte e ho il piacere di vedere oggi miei allievi abituati a osservare e vedere il bello. Noi italiani abbiamo il 65% dei “gioielli” del mondo.
Mi piace terminare questi pensieri citando due frasi: “ Quando si lascia parlare il cuore non è necessario scegliere le parole “ - “L'arte è il miglior rimedio al peggior male della società: la corruzione della coscienza”.
Italo Bolano