"To make a prairie" (1755)
Per fare un prato occorrono un trifoglio e un’ape,
Un trifoglio, e un’ape.
E immaginazione.
L’immaginazione da sola basterà,
Se le api sono poche.
Emily Dickinson
Questa settimana parlerò dei prati: non i pratini curati all’inglese, ma i prati dei campi che caratterizzano l’Arcipelago Toscano in un modo così preciso e vivido, pieni di fiori e varietà di piante. Una primavera continua trascina l’Elba da febbraio in una corsa frenetica verso l’abbagliante secco dell’estate: un avvicendarsi continuo di colori, da ora in poi, pressoché ogni settimana, ogni mese, rinnova i nostri prati, e le sfumature variano tantissimo, in una ricchezza che non dovrebbe essere mai data per scontata.
Nelle riviste botaniche, o di giardini e del verde, si legge sempre più spesso di selezioni e vendita di semi per prati, per garantire fioriture varie. All’Elba non abbiamo bisogno di un tale intervento esterno, basta guardare il ciglio delle nostre strade, cercate di farci caso mentre guidate, giorno dopo giorno.
Gli appassionati del verde sono come gli appassionati di calcio. Sono sicura che molti scuoteranno la testa nel leggere una tale affermazione, ma io le ricordo bene le file di macchine degli appassionati in Belgio per andare a vedere il sottobosco del Bois de Hal, vicino a Waterloo, riempito a primavera di giacinti selvatici. Ho le foto dei miei bambini, allora piccoli, insieme ai loro amichetti, letteralmente immersi in un prato viola-blu, come in un film di cartoni animati, e pur vero. Ho visto turisti e locali accorrere da ogni dove in Olanda per ammirare le fioriture di tulipani, strisce e strisce di colori decisi in mezzo a vaste campagne. Ho provato in Inghilterra a comprare i biglietti d’ingresso all’ultimo momento alla più rinomata mostra florovivaistica del paese, la “RHS Chelsea Flower Show”, senza successo.
Seguo da anni sui quotidiani di Washington i bollettini delle fioriture dei 3.000 ciliegi ad aprile intorno al Memoriale di Jefferson, regalo del sindaco di Tokyo nel 1912, che provocano davvero ingorghi da stadio. Sono stata diverse volte alle più famose mostre florovivaistiche anche italiane, come quella di Masino fuori Torino, e della Landriana, fuori Roma: le auto durante il week-end formano chilometri di code.
Noi abbiamo un verde scenografico servito su un piatto d’argento. La nostra “Via delle Essenze”, sentiero costiero di 127 km, è una delle iniziative più intelligenti che siano mai state ideate all’Elba: è giusto condividere con tutti il giallo violento delle nostre ginestre sullo sfondo dell’azzurro del mare, o il lilla e celeste dei nostri rosmarini già fioriti da tempo... Solamente a Piombino mi stupisco ogni volta delle rotonde stradali, le une con dei pratini all’inglese e file di fiorellini meticolosamente composti in Yin e Yang, pateticamente circondati dal grigiore e squallore della provinciale di ingresso alla città, alternate ad altre rotonde col pratino di plastica. Si, qualche pratino è artificiale, fateci caso.
In questo periodo da noi sono già cominciati i crochi: parallelamente agli iris, migliaia di piccoli crochi giallo pallido invaderanno i nostri prati molto presto. Fateci caso. Date un’occhiata al prato di ingresso delle Terme di San Giovanni per esempio: non c’è niente di più naturale, semplice e di maggior effetto scenografico. Manutenzione: zero, alla fine della fioritura basta tagliare l’erba e attendere l’anno seguente. La magia delle bulbose è anche questa, se crescono in un ambiente consono.
Le nostre rotonde stradali potrebbero perfino risultare un quadro in movimento, un disegno in evoluzione, col susseguirsi di ogni mese. Basterebbero un paio di falciature per stagione, e godere cosi, insieme ai nostri visitatori, di quanto, naturalmente e gratuitamente, siamo i grati destinatari. A Firenze lo fanno già, addirittura con eleganti graminacee; in molti altri posti ci hanno già pensato: cerchiamo di guardare un po’ oltre le vecchie abitudini, l’aspetto meccanico di potare e tagliare, vediamo che cosa le piante hanno da offrire, che cosa “oltre lo Scoglio” stanno già facendo e apprezzando. Forse ritroveremo noi stessi e un po’ di pace.
Cecilia Pacini