Viaggiare al giorno d’oggi, scegliere itinerari di vacanze e di soggiorni turistici comporta un impegno personale sempre maggiore, perché è entrato nell’uso comune il fai-da-te, grazie alla tecnologia, ai collegamenti internet e a una rete sempre crescente di informazioni e di contatti.
Per far scoprire a un potenziale visitatore l’isola d’Elba, in competizione tra miriadi di isole di tutto il mondo, come si riesce a influenzare e stimolare la sua ricerca? Ho letto recentemente alcune critiche all’incarico assegnato ai nuovi consulenti della Gestione Associata per il Turismo, dubbi sull’adeguatezza del bilancio assegnato, domande sulla necessità di un così capillare impegno, perplessità sull’abbondanza di anglicismi tecnici usati dai professionisti scelti. Credo che la risposta migliore a queste critiche sia proporre la questione rilanciando una serie di domande, mettendosi nei panni di un turista straniero o italiano che cerchi un luogo dove trascorrere le sue vacanze:
secondo parametri ancora vaghi;
oppure che abbia già le idee chiare di venire in Italia;
o in Toscana;
in qualche isola italiana;
o addirittura conosca già, se pure superficialmente, l’Elba;
e quindi l’Arcipelago Toscano.
Provate a iniziare una vostra ricerca, prima in italiano, poi, se riuscite, in una lingua straniera a caso, selezionando via via su internet le opzioni presentate, combinando varie parole chiave: le più belle isole al mondo/in Italia – mare – Toscana – coste – arte – Napoleone – Romani – Minerali … potete continuare voi la lista. Includo anche gli italiani in questa ricerca più generale dell’isola d’Elba perché capita spesso che in Italia si abbia un’idea piuttosto vaga perfino della sua collocazione geografica. Ho vissuto vari anni a Roma, e raramente ho incontrato romani che conoscono la costa toscana oltre l’Argentario. Parlando dell’Elba con gli stranieri, invece, non è raro trovare chi è convinto che l’Elba sia francese, e grande confusione regna addirittura tra Elba e Sant’Elena…
Quindi, consapevoli di non essere così cruciali, ancora, nelle mete turistiche internazionali, passiamo a cercare direttamente l’Elba sulla rete: siamo principalmente, se non esclusivamente, rappresentati da agenzie di viaggi, società di prenotazioni alberghiere, e aziende private che pubblicizzano i propri prodotti. A questo punto, paragonate i risultati, rispondendo serenamente a questa domanda: esiste un sito chiaro ed esaustivo, centrale e “governativo”, unificato, dell’isola d’Elba, o varie realtà particolari, singole, private e parziali?
Il lavoro da fare per organizzare un portale e una comunicazione unica e unitaria che ci rappresenti a pieno titolo è immane, ma non impossibile, e sicuramente indispensabile. Questo lavoro, che di per sé sembra a prima vista principalmente didascalico, ha un pregio insito, inaspettato, perché la sua elaborazione solleciterà forzatamente la nascita di una consapevolezza nuova, grazie alla ricerca delle fonti e delle nostre peculiarità, all’importanza della centralità delle informazioni, divise per settore e per argomenti, e non più per Comuni o piccole realtà.
Lascio ai lettori tirare le conclusioni, sperando che ognuno si senta coinvolto e contribuisca, a modo suo, alla realizzazione di questo ambizioso piano innovativo. Riusciremo a far rivivere, secondo canoni e criteri moderni e attuali, i tempi favolosi della mitica E.V.E. ?
Cecilia Pacini