L’ultima volta che l’ho vista risale a qualche anno fa: era davanti a casa sua, non ci vedeva già più, ma, quando mi avvicinai per salutarla e mi feci riconoscere, disse alla signora che l’accompagnava che ero “la sua bimba”. La sua bimba: una delle decine di sue bimbe e di suoi bimbi! Perché Anna Corsetti, la più giovane delle maestri Corsetti, ha amato uno per uno tutti i suoi alunni, inventando per loro una scuola ogni giorno diversa, in cui la monotonia non stava di casa, mettendo infinita passione in tutto quel che faceva; e lo ha fatto con una semplicità ed un’energia contagiose, che non so paragonare a quelle di nessun altro.
Non me ne vogliano le maestre di oggi, ma Anna Corsetti era un’altra cosa! Come si dice oggi: lei era avanti! Le piaceva inventare lezioni sempre diverse, ci proponeva da leggere e imparare a memoria poesie di autori contemporanei o quasi come Cardarelli, Ungaretti, Rilke, si infervorava nel farci fare degli esperimenti di scienze, ritagliava un po’ di spazio per farci fare ginnastica in un’epoca in cui l’educazione motoria alle elementari non esisteva, si cimentava in cose che non aveva mai fatto per seguire i nostri interessi e stimolarne di nuovi, insomma era una persona davvero speciale, che ci ha insegnato a guardare il mondo senza l’ottusità di una visione insulare, ma con l’elasticità e la disponibilità di chi ama la vita ed è aperto agli altri. E se biologicamente non ha avuto figli, questo non le ha impedito di essere non solo maestra ma anche modello e mamma per tante generazioni di piccoli studenti.
A distanza di anni affiorano alla mente decine e decine di ricordi e per ognuno di essi non posso non ringraziare colei che direttamente o indirettamente ne è stata la protagonista ed è davvero fatica pensare che Anna Corsetti continuerà a vivere solo nel ricordo di chi le ha voluto bene. Per fortuna però siamo davvero in tanti. E allora grazie, maestra!