“Un punto di riferimento per tutti noi”, “Un altro tassello della carriera di un cuoco che sta scrivendo la storia dell'isola”, “Una ricerca storica di particolare interesse e rilievo”, “Una elaborazione arguta di appunti che non avevano alcun significato”. Questi i sintetici giudizi di chi ha presentato, al folto pubblico della sala Nello Santi del Centro De Laugier, il nuovo libro di Alvaro Claudi dedicato alla cucina nell'epoca napoleonica. Le frasi sono state espresse nell'ordine da Rossana Galletti dell'Accademia della Cucina Italiana, sezione dell'isola, che ha promosso l'evento, da Antonella Giuzio, assessore alla cultura del Comune mediceo e napoleonico, dallo storico Giuseppe Massimo Battaglini, che ha curato la prefazione, e dal docente Alfredo Pelle, presidente del Centro Studi Franco Marenghi. Tutti impegnati a rendere omaggio all'originale testo intitolato “A tavola con l'imperatore”, firmato dal cuoco ex docente della scuola Alberghiera locale ed autore anche del libro “Zuppe e stornelli”, creato insieme a Sergio Rossi, sulle tradizioni culinarie dell'isola; a fine 2013 Claudi ha divulgato anche il testo “Rimeinpentola”.
Un meeting nell'ambito delle manifestazioni, gestite dall'Amministrazione comunale, con il sostegno di numerosi Enti, tese a celebrare il Bicentenario Napoleonico con oltre 60 eventi. Il testo, edito da Miraggi edizioni, avrà di certo successo e i primi apprezzamenti sono andati proprio alla veste editoriale. Il volume racchiude 77 ricette, da provare e gustare, che si rifanno alla tradizione enogastronomica del 1814 in Italia, in Francia e all'Elba, e lo chef si è mosso grazie al ritrovamento di un antico manoscritto di Pasquale Squarci, notabile alla corte dell'imperatore, esiliato all'Elba nello stesso periodo.
Non mancano notazioni storiche e come ha fatto notare Pelle “Le ricette sono state create dalla sapiente esperienza professionale di Claudi, il manoscritto era solo una serie di semplici appunti sugli ingredienti di certe pietanze”.
“Napoleone – ha detto il cuoco- essendo un militare, mangiava in 10 munti, non dava importanza al mangiare. Apprezzava il cacciucco (bouillabaisse) e la cacciagione". L'opera si completa poi con un glossario degli antichi termini gastronomici originali dell'epoca napoleonica.