A Portoferraio il Pd e Sel avevano deciso di individuare il candidato sindaco attraverso le primarie, dandosi regolamento e scadenza di presentazione delle candidature. Alla fine l’unica candidatura in campo si è rivelata quella di Cosetta Pellegrini che, con una nota ufficiale di Pd e Sel, venne riconosciuta come candidata della coalizione: a quel tempo nessuno ha chiesto alla candidata di fare passi indietro, quindi non c’è stato nessun “ rifiuto ad un segno evidente e radicale di discontinuità con l'amministrazione precedente invisa alla maggioranza della popolazione “.
In realtà il primo incontro con la delegazione di Sel, presente Alessi, non ha mai trattato di programma e composizione della lista, entrambi da sviluppare e verificare, per cui la trattativa avviata non “si è poi interrotta per disaccordo sul programma, la composizione della lista,” bensì sulla richiesta esclusiva della carica di vice sindaco in capo allo stesso Alessi.
Le motivazioni addotte erano esclusivamente politiche, da ricondurre esattamente a quella discontinuità invocata dalla stessa Sel che, se non era rappresentata dalla candidata sindaco, tantomeno poteva essere rappresentata da un sindaco uscente che avrebbe potuto candidarsi per un secondo mandato nel comune di provenienza, un uomo politico che aveva già ricoperto la carica di vice sindaco a Portoferraio, con Fratini, eletto nella lista del primo mandato Peria e divenuto Presidente della disciolta Comunità Montana e poi Unione dei Comuni e poi Sindaco a Rio nell’Elba e ancora e ancora. Il problema politico posto dal Pd è stato riletto in chiave personalistica e vissuto come lesa maestà dallo stesso Alessi.
Sel in un percorso politico sicuramente difficile e amaro, ha proseguito nell’impegno politico con il Pd, fino alla formulazione del programma e della lista che si è presentata alle amministrative.
Il voto degli elettori ha poi premiato la lista di centro-destra: se parliamo di analisi del voto si possono fare diverse ipotesi:
- la delusione degli elettori di centro sinistra per la precedente amministrazione
- la campagna politica contro la lista di centro-sinistra fatta dallo stesso Alessi che ha drenato altrove voti ma anche non voti ( fra bianche e nulle abbiamo avuto ben 373 schede, sicuramente non tutte da attribuire al centro-sinistra)
- la disaffezione al voto che ha coinvolto più il centro-sinistra che il centro-destra
- la capacità del centro-destra di fare una campagna elettorale più sottotraccia, a fronte di violenti attacchi, anche personali, di liste civiche presunte apartitiche nei confronti della lista di centro-sinistra
Ma Alessi non può ritenersi immune da responsabilità, ne ha e molte, soprattutto politiche: uomo navigato della politica elbana e non solo, avrebbe dovuto lui per primo capire l’inopportunità politica della sua proposta e per il bene della città, fare un passo indietro. Ma così non è stato, ha preferito la scissione e lo scontro politico contro i suoi ex compagni e compagne.
Relativamente a Rio nell’Elba le responsabilità politiche sono sicuramente da ascrivere ad entrambi i partiti, incapaci di superare la divisione, ricorrendo prima alle primarie, rifiutate da Alessi, e poi comunque ad un accordo per presentare un candidato unico e sicuramente su questa vicenda ha pesato la divisione nata a Portoferraio. Ma anche in questo caso Alessi, da uomo politico esperto, avrebbe dovuto aiutare a ricomporre le divisioni e perseguire l’obiettivo di riconquistare il Comune più piccolo dell’Elba, ma non per questo meno importante. Invece ha sottolineato le differenze e la spaccatura.
Mio padre mi ha insegnato che in politica bisogna seguire i propri ideali, avere ben presenti i bisogni della gente e presentarsi sempre uniti, offrendo il meglio di se e sacrificandosi per il bene superiore: Alessi che ha condiviso tanta strada politica con mio padre, ha abbandonato questi principi, preferendo una impostazione politica “più moderna”, dove prima viene il politico e i suoi bisogni, poi il resto.
Cosetta Pellegrini