E’ tutto sbagliato, è tutto da rifare. Con queste famose parole il mitico Gino Bartali usava spesso commentare negativamente vicende politiche, sociali o sportive del suo tempo. Credo che non abbia mai pensato di doverle usare anche per la seduta di insediamento di un nuovo Consiglio comunale. Eppure a Portoferraio, nel nostro Comune, è successo proprio che, nella prima seduta successiva alla consultazione elettorale, sia stato tutto sbagliato. La causa? L’elezione del presidente del Consiglio fatta con voto palese. E’ norma generale e vincolante nel nostro ordinamento giuridico che allorquando si tratta di eleggere una persona ad una determinata carica è necessario provvedere con votazione segreta. Questo “particolare”, non di poco conto, purtroppo è sfuggito a tutti. Ed è difficile capire come sia potuto accadere. Fatto sta che è successo e quindi si è reso necessario riconvocare d’urgenza il Consiglio. Non ho memoria di un incidente del genere nella storia della Amministrazione comunale di Portoferraio e nella storia, credo di non sbagliare, degli oltre ottomila Comuni d’Italia. Consoliamoci nel pensare che deteniamo ora un triste primato: siamo stati i primi e per ora gli unici a combinare questo “bel pasticcio”.
Alcuni hanno sostenuto che possono aver giocato un brutto scherzo e abbiano fatto dimenticare all’intero Consiglio che la votazione doveva essere fatta in forma segreta. la tensione e l’emozione per la partecipazione alla prima assemblea consiliare dopo una campagna elettorale molto partecipata e piuttosto….. “vivace”. Altri hanno attribuito la dimenticanza all’improvviso caldo africano. Entrambe le giustificazioni appaiono, a dire la verità, per nulla credibili.
Personalmente mi sono fatto un’altra opinione.
Forse la causa più plausibile sta tutta nello spettacolo che è stato organizzato e andato in scena nella sala consiliare prima che il Consiglio cominciasse a discutere l’ordine del giorno. Qualcuno infatti ha avuto la bizzarra idea di invitare la Signora Giovanna Fratini Ciaponi ed i suoi allievi a cantare due brani dell’Acqua cheta di Pietri ( la Stornellata di Cecco e la Rificolona ) e l’Inno d’Italia. E’ molto probabile che proprio questo “preludio canoro”, del tutto inusuale e non annunciato, abbia contribuito a distrarre i Consiglieri.
Un’idea bizzarra, come dicevamo, che molto probabilmente ha indotto a sbagliare tutto, ma in fin dei conti, a pensarci bene, non del tutto sbagliata.
Perché attenersi sempre al freddo protocollo dei lavori del Consiglio comunale? Perché non allietare le riunioni consiliari, spesso lunghe, defatiganti e noiose, con qualcosa di irrituale, di piacevole come può essere appunto l’esecuzione canora di brani celebri tratti dal ricco patrimonio musicale che abbiamo di opere liriche e di operette?
Una iniziativa che la nuova Giunta dovrebbe prendere subito potrebbe essere quella di inserire nel Regolamento di funzionamento del Consiglio una apposita norma con la quale venga stabilito che ogni seduta del Consiglio comunale deve iniziare con l’inno d’Italia e concludersi, festosamente, con la Rificolona.
Il Regolamento inoltre dovrebbe consentire al Sindaco di poter scegliere altri brani musicali e dare la possibilità anche ai Consiglieri di proporli, previa presentazione di una apposita mozione, in occasione di sedute di una certa importanza o che si svolgano in determinati periodi dell’anno. Ad esempio, se un Consiglio viene convocato prima del Santo Natale o della Epifania perché non chiedere alla scuola di canto della Sig.ra Ciaponi di esibirsi in un repertorio di canti natalizi o di canti popolari dedicati alla Befana, magari inserendo “una cantata” tra un punto all’ordine del giorno ed il successivo?
Oltretutto questo originale modo di organizzare l’attività del Consiglio senz’altro potrebbe favorire la presenza di un pubblico più numeroso. Potrebbe invogliare un bel numero di cittadini ad assistere al lavoro dei Consiglieri e a prestare quindi maggiore attenzione alle decisioni del “Palazzo”.
Se poi in casi particolari, ad esempio il compleanno del Sindaco o della Presidente del Consiglio, di un Assessore o di un Consigliere , venisse cantato, da tutto il Consiglio, il classico Happy birthday to you e il Sindaco offrisse, ovviamente di tasca propria, un piccolo rinfresco coinvolgendo anche il pubblico presente in sala in un brindisi finale a base di spumante italiano ( consiglio un buon Ferrari), senz’altro potremmo raggiungere il top nella partecipazione dei cittadini alla vita della pubblica amministrazione.
Giovanni Fratini