Gent.mo sig. Presidente
nella sua ultima fatica, il libro del suo viaggio in Toscana, non poteva certo mancare un capitolo dedicato alla nostra isola, ed in occasione di della visita a Portoferraio, nella saletta della provincia, facendo una analisi politica della recente consultazione elettorale, ha citato una frase tratta dall’opera di Niccolò Machiavelli “Il Principe”:
“non si possono soddisfare i grandi con onestà e senza danno per gli altri, mentre invece si può soddisfare il popolo. Perché quello del popolo è un fine più onesto di quello dei grandi”.
Noi vogliamo credere alla sincerità di intenti quanto si enunciano questi principi, e considerando che noi elbani siamo il popolo e lei il principe, ci viene una gran voglia di farle presente qual è il nostro “fine” cominciando a parlare di sanità, e delle nostre aspettative.
Nella sua relazione, quello stesso giorno, ha detto che ora all’Elba vi è un
“nuovo e più potente elicottero per il trasferimento nei grandi centri della Toscana dove si fanno interventi d’urgenza”.
Di questo le siamo grati, anche se ad onor del vero il trasferimento in elicottero non è certo una innovazione nel settore sanitario perché in realtà esiste da decenni. Ci pare comunque ovvio che molti piccoli paesi, isolati dal mare o dalle distanze, debbano utilizzare questo mezzo di trasporto per situazioni di emergenza; è il prezzo che dobbiamo pagare per vivere in posti tranquilli invece che nel caos delle grandi città.
Ma noi riteniamo che la qualità di un servizio sanitario non possa essere costruita solo sulla possibilità di un trasporto aereo, e nemmeno sulla presenza di particolari “eccellenze” di settori sanitari, perché la sanità è fatta di mille piccole problematiche quotidiane la risoluzione delle quali qualifica o meno il servizio. Ed è soprattutto sulla capacità di rispondere a quest’ultime attraverso le Aziende Sanitarie Locali di competenza che si valuta la qualità delle prestazioni offerte da una regione.
Le faccio alcuni esempi attraverso i quali lei potrà capire perché noi elbani non siamo soddisfatti della gestione sanitaria della nostra ASL, insoddisfazione che ha sicuramente radici in gestioni anche passate le quali, rispondendo ad input regionali, così almeno è sempre stato affermato, ha realizzato e realizzano ancora tagli con una trasversalità che non ha mai tenuto conto della nostra peculiarità: l’insularità .
Così:
alcuni primari pensionati non sono stati sostituiti se non attraverso la formula dei primari a scavalco con il risultato che attualmente sulla nostra isola non esiste più un primario ortopedico perché quello attualmente incaricato dovrebbe occuparsi di Cecina, Piombino e Portoferraio, ed a Portoferraio è presente una volta al mese per poche ore. Non si capisce bene con ciò quale significato si attribuisca alla funzione di primario se non quella di ricoprire solo simbolicamente un ruolo senza assolvere a quelle che sono sempre state le sue vere caratteristiche: formare i propri collaboratori nelle sedute di sala operatoria, spesso impegnative tanto da richiedere l’esperienza che solo il tempo ha consentito di acquisire, coadiuvarli nelle diagnosi e nelle relative terapie e sostenerli nelle difficoltà che quotidianamente offre la professione medica. Lo stesso si può dire per il reparto pediatria da mesi sprovvisto di responsabile in grado di supportare l’attività di quelli erano i suoi collaboratori e dei quali già si è programmata una riduzione numerica, da quattro a tre ed attribuendo di nuovo funzioni primariali multiple; o per il servizio di oculistica che, pensionato il primario di Piombino, è divenuto ormai latitante nel nostro ospedale tanto che siamo costretti a trasferirci per un intervento poco più che ambulatoriale come quello di cataratta, con visite di controllo agli operati il giorno prima non eseguite, come successo recentemente, con sedute ambulatoriali insufficienti e quindi con un numero di pazienti tali in ogni seduta da prevedere la risoluzione di una visita in pochi minuti. Appare evidente che per l’azienda l’attività di un primario è da un punto di vista sanitario inutile o non indispensabile se accetta che medici, spesso giovani e con esperienza limitata, affrontino da soli tutte le problematiche che la sanità quotidianamente presenta loro.
Questa politica aziendale degli ultimi anni, incentrata sul risparmio, o sulla razionalizzazione come impropriamente viene definita, ha costretto i cittadini elbani a trasferimenti sempre più frequenti per problemi che potrei definire semplici, e si trasferisce non con l’elicottero, ma con la nave, necessariamente con familiari, con dispendio di tempo e di risorse economiche non sempre agevoli.
Nella stessa intervista lei ha parlato della
“presenza di un certo numero di rianimatori e chi si intende un po’ di sanità garantisce che in ogni caso si è in grado di tutelare le funzioni vitali”.
Noi, modestamente, ci intendiamo un po’ di sanità, ed è vero, ci sono sei anestesisti in servizio sull’isola, ma l’anestesista rianimatore ha bisogno di posti letto e di strumentistica per assolvere le sue funzioni, ha bisogno in altre parole di un reparto che non c’è, altrimenti diviene un medico che può solo anestetizzare un paziente per un intervento chirurgico, interventi che nel nostro ospedale sono divenuti merce rara. Sarebbe proprio il caso di fare un rapporto costi-prestazioni per valutare la funzionalità e la validità del servizio. Se gli anestesisti ai quali lei fa riferimento svolgessero la loro funzione rianimatoria non vedremmo i pazienti elbani trasferiti nel reparto rianimazione di Piombino od altrove.
Potremmo poi affrontare il problema del Pronto Soccorso, iniziando dai locali, stretti, angusti e taluni, dove stazionano i pazienti, privi di finestre; o del personale medico e non, in netto svantaggio rispetto ad altre strutture di Pronto Soccorso della nostra ASL, con le quali però siamo proporzionalmente in vantaggio prestazionale; o potremmo parlare dell’incapacità a ricoprire nei tempi programmati i Punti di Emergenza Territoriale mettendo a rischio l’incolumità dei pazienti in un territorio che ormai conta migliaia di presenze in più rispetto al periodo invernale, e venendo meno agli accordi intercorsi tra la Regione Toscana, i sindaci ed i Comitati Sanità nel dicembre 2012. Ciò che è accaduto in data 17/07/2014, e finito sulla stampa, è un classico esempio di un disservizio del quale l’attuale gestione aziendale si deve assumere tutte le responsabilità, compresa quella morale.
Potremmo anche parlare delle liste di attesa per prestazioni ambulatoriali che ormai hanno raggiunto livelli per i quali non esiste aggettivo idoneo per definirli e dubitiamo fortemente che lei, per se stesso o per i suoi cari, avrebbe la pazienza di aspettare molti mesi per una tac o per una risonanza magnetica, o per una visita cardiologica.
Ma lei è al corrente che il nostre Reparto Radiologia ha in servizio effettivo un solo radiologo e non ha un responsabile? Altri operatori gli vengono in soccorso dal continente, ma ci sono stati periodi in cui è stato costretto a più giorni di lavoro continuativo diurno e reperibilità notturna, ed in un paese dove ora ci sono di migliaia di utenti in più rispetto al periodo invernale, circa 200.000, le reperibilità sono dei veri e propri turni di lavoro, solo e senza la possibilità di avere la collaborazione di alcuno e magari condividere pareri e responsabilità nella visione di radiogrammi e conseguenti formulazioni diagnostiche. Uno dei modi per affrontare il problema è stata la tele refertazione; ma questa, se intesa solo come possibilità di dare una risposta a distanza ad un esame, senza quindi poter vedere o parlare al paziente e chiedere notizie sanitarie che spesso sono dirimenti per formulare una corretta diagnosi, diviene uno strumento pericoloso; parlando da medico le dico che le potrei citare decine di casi in cui un mancato colloquio tra il medico che chiede un esame, lo stesso paziente, ed il medico che lo visiona, avrebbe portato ad una non diagnosi se non a una diagnosi sbagliata. Dunque ad una tele refertazione intesa come supporto al radiologo o al medico richiedente che può così avvalersi di professionalità specialistiche lontane noi diciamo si!, ad una tele refertazione che rappresenti solo la sostituzione del medico radiologo diciamo no!, perché la interpreteremmo come metodo per dare una risposta, refertare un esame, indipendentemente dalle problematiche che questa modalità organizzativa può creare.
Potremmo continuare a parlare dei problemi sanitari della nostra isola, ma credo che quanto citato possa essere sufficiente per farle capire la nostra totale insoddisfazione per l’attuale e il nostro rammarico per quanto le precedenti gestioni aziendali hanno soppresso.
La nostra insoddisfazione per il servizio sanitario non è, purtroppo, un fenomeno locale, legato all’insularità o difficoltà contingenti, ma è un fenomeno di più vaste proporzioni che interessa tutta la Toscana, e per rendersi conto della sua reale portata basta leggere l'ultimo comunicato CREST, del quale avrà sicuramente preso visione, per prendere coscienza dell’attuale criticità della sanità toscana.
Durante la sua permanenza sull’isola è stato presente a Portoferraio dove ha visitato la Bottega della Salute, (brutto nome perché nelle botteghe si va per acquistare, e la salute non è purtroppo un bene acquistabile) a Campo nell’Elba dove ha partecipato all’inaugurazione del nuovo terminal dell’aeroporto di Marina di Campo, poi si è recato a Rio Marina e a Rio nell’Elba facendo un sopralluogo sul sito della strada Provinciale 26, poi di nuovo a Portoferraio nella saletta della Provincia per l’incontro con le Associazioni di categoria e con i sindaci; tanti impegni che sicuramente che non le hanno consentito di visitare qualcosa di molto più importante: il nostro Presidio Sanitario, magari il solo Pronto Soccorso per vederne e valutarne la struttura e la funzionalità.
Non spetta certo a noi fornire indicazioni su come affrontare e risolvere i problemi, o nel fornire ipotesi di strategia sanitaria, ma certo che alcune considerazioni sorgono spontanee: in una fascia costiera dove già esistono 4 ospedali, Portoferraio, Piombino, Cecina e Livorno, tutti notoriamente in sofferenza di personale e con insoddisfacenti indici di gradimento da parte dei cittadini, si programma la costruzione di un nuovo ospedale a Montenero, investendo milioni di euro, euro che potrebbero essere utilizzati per migliorare servizi e riaprire quelli che sono stati soppressi, ipotesi che fortunatamente ha incontrato l’opposizioni delle nuove formazioni politiche locali.
Una buona sanità non è solo quella che si mette in condizione di affrontare problemi sanitari importanti, o quella dove si fanno grandi interventi, non è questa l’eccellenza, o almeno non è solo questa, una buona sanità è quella che è in grado di affrontare e risolvere i mille piccoli problemi che affliggono quotidianamente i cittadini, è quella che è in grado di fare prevenzione, è quella in grado di fornite assistenza ed una prestazione rapida, efficiente e gratuita anche ambulatorialmente, e non certo quella che costringe i cittadini a rivolgersi sempre più frequentemente a strutture private, o peggio ancora quella che vede morire per un infarto un proprio assistito e l’ambulanza chiamata in soccorso è senza medico a bordo.
In attesa di un suo riscontro le porgiamo i nostri più cordiali saluti.
Dr. Luciano Rossi Consigliere del Comune di Portoferraio delegato alla sanità
Dr. Mario Ferrari Sindaco di Portoferraio