In una politica che stenta a ritrovare la via dei veri interessi dei cittadini il caso dell'ospedale di Livorno continua ad essere l'esempio di una conclamata ed inaccettabile ostinazione.
Mentre la Sanità Toscana continua ad essere amministrata senza un Piano Sanitario Regionale - con gravi dubbi di legittimità delle procedure messe in campo dall' ASL a fronte da un piano scaduto e dello storico cambio di amministrazione della città - e la periferia della Toscana continua a piangere lacrime amare, l'ospedale di Livorno avanza irrestabile come la miopia di chi ha forse dimenticato che il diritto alla salute è lo stesso in ogni parte del territorio regionale.
E mentre finalmente Luciano Rossi a Portoferraio mette in discussione un documento sulla sanità sottoscritto all'epoca tentando di far passare per garanzie quelle che erano rinunce a garanzie già scritte nel piano adottato, Nogarin a Livorno avvia coraggiosamente una riflessione nuova, forte del referendum del 2010 ma consapevole che anche allora ben poco contò la volontà popolare (solo vicina al quorum ma chiara e forte nel bocciare la linea intrapresa).
Chissà che una sanità senza colori e confini territoriali possa eliminare gli sprechi e uniformare i diritti.
Paola Mancuso