Come diceva Sant'Agostino “Errare è umano, perseverare è diabolico”.
Nonostante l'esito del Consiglio comunale di ieri con numerosi appelli da parte della Minoranza al rispetto delle leggi e del Regolamento, oggi ci ritroviamo a leggere l'ennesimo atto di incompetenza e arroganza.
E' da poco uscito un articolo del Gruppo consiliare Viviamo Portoferraio nel quale si dice testualmente: “Nella seduta di ieri la Del Torto, proprio perchè direttamente interessata, aveva l'obbligo di astenersi e far presiedere al vice Rossi. Invece ha presieduto lei e ha trasformato la seduta in un suo comizio”.
Visto che nonostante l'invito questa maggioranza persevera nell'errore, vi dico cosa dice la legge.
L'art. 78 comma 2 del Decreto legislativo 267/2000 (Testo unico degli enti locali) prevede che “Gli amministratori devono astenersi dal prendere parte alla discussione e alla votazione di delibere riguardanti interessi propri o dei loro parenti o affini sino al quarto grado”.
Questa disposizione che è una chiara specificazione di settore dell'art. 323 del codice penale riguarda posizioni di interesse direttamente riferibili all'amministratore in grado di avvantaggiarlo come persona in quanto tale.
Nel merito il Consiglio di Stato è chiaro: non sussiste alcun obbligo di astensione perchè il Presidente del Consiglio comunale non è portatore di un interesse privato, ma del pubblico interesse a ricoprire un pubblico ufficio al quale è stato legittimamente preposto agendo non ratione persone ma ratione muneri. Per questo motivo il Presidente del consiglio comunale sub iudice è nella pienezza dei suoi poteri e può presiedere la seduta, intervenire e partecipare alla votazione.
Per semplice analogia, per chi non lo sapesse, chiamasi anche diritto alla difesa.
Il resto non merita commento, fango gettato lì a contorno di uno scenario ormai chiaro.
Alessia del Torto