L’Italicum, dopo lungo e faticoso travaglio, è diventato legge. C’è chi canta vittoria e chi grida alla disfatta della democrazia.
Le critiche principali che sono state fatte alla nuova legge elettorale da tutte le forze di opposizione e dall’ala sinistra del Partito democratico riguardano sia i capilista “bloccati” che, secondo gli oppositori, trasformerebbero la Camera in una Assemblea di nominati dalle Segreterie dei partiti sia l’attribuzione del premio di maggioranza solo alla lista vincente al primo turno con il 40% dei consensi elettorali o che risulti vincente al secondo turno e non anche ad una coalizione di partiti.
Tralascio di esprimermi sul comportamento, da penosa “commedia”, di Forza Italia che alla Camera esce dall’Aula al momento del voto dopo aver definito l’Italicum una proposta di legge” fascista”, quando appena qualche mese fa quella medesima proposta l’aveva approvata, senza indugio, al Senato.
Entrando nel merito delle critiche ed in particolare di quella che attiene ai Capilista bloccati è da ricordare, prima di tutto, che la sinistra in generale ha sempre guardato con diffidenza, anzi con ostilità, al sistema delle preferenze. L’On.Bersani, non tanto tempo fa, era contrario. “ Non siamo d’accordo con le preferenze perché temiamo che possano essere un motivo di discredito”. Dichiarazione fatta nell’ottobre del 2012 quando era Segretario del Partito democratico. E lo stesso Bersani, contrario al voto di preferenza, decise in alternativa di indire elezioni primarie per selezionare i candidati alla carica di parlamentare. Ma fu una scelta giusta a metà, perché riservò al Partito il diritto di individuare 120 candidati da non sottoporre alle primarie,vale a dire 20 in più rispetto ai 100 capilista bloccati che la nuova legge consente di avere alla lista o al Partito che vincerà le elezioni.
La previsione dei capilista fa scandalo. Fa gridare alla fine della democrazia perché, si dice, bisogna dare ai cittadini la possibilità di scegliere chi mandare in Parlamento. Giusto! Ma i capilista non sono nominati deputati con “decreto” dei Segretari dei Partiti; sono piuttosto “proposti” agli elettori che con il voto possono sempre esprimersi sulla loro capacità ( o dignità ) di sedere sulla scranno di parlamentare o meno.
In altre parole l’elezione del capolista di un Partito in un Collegio elettorale avviene solo se gli elettori votano la lista. Se quel candidato non dovesse godere della fiducia dei cittadini, quasi certamente, quella lista prenderà pochi voti e non raggiungerà il quorum per ottenere almeno un seggio. La fedeltà cieca al Partito, per cui qualunque sia il candidato lo si deve votare, non esiste più da tempo. Esisteva all’epoca dei vecchi Partiti della Prima Repubblica. Oggi i cittadini-elettori decidono con più autonomia di giudizio e se il capolista presentato non piace non è detto che la lista raggiunga il quorum e che quindi venga eletto.
Ma poi l’Italicum ci regalerà davvero una Camera di “nominati” dai Partiti? Vediamo.
1) Nella peggiore delle ipotesi può succedere che la lista vincente ottenga 340 deputati di cui 100 capilista e gli altri 240 eletti con le preferenze e che le liste non vincenti, che potranno spartirsi i restanti 290 seggi, eleggano soltanto i capilista. In questo caso avremmo una Camera con 390 deputati eletti senza preferenze ( ma comunque votati, con la lista, dagli elettori) e 240 scelti dall’elettorato con le preferenze. E’ bene ricordare che, nella Camera attuale, tutti, ripeto, tutti i deputati sono stati eletti, grazie al “porcellum”, addirittura con “liste bloccate”; in sostanza senza che gli elettori abbiano avuto la minima possibilità di scelta! Mentre con la nuova legge si possono dare fino a due preferenze. E per quanto siano passati ben 10 anni dalla nascita del tanto vituperato “porcellum”, i difensori della partecipazione dei cittadini alla elezione dei parlamentari non sono mai riusciti ad inventare un diverso sistema elettorale, non ostante le ripetute e pressanti sollecitazioni, negli anni passati, del Presidente Napolitano.
2) Nella ipotesi migliore, invece, se ogni lista in competizione presentasse il proprio capolista non in un solo collegio, ma in più collegi ( la nuova legge consente di presentarlo al massimo in 10) è evidente che crescerebbe il numero dei parlamentari scelti dagli elettori. Se non tutti, ma almeno quei Partiti che in Parlamento si sono strenuamente battuti per il ripristino del voto di preferenza ( Movimento 5 Stelle, Forza Italia , Lega Nord e SEL) potranno decidere di portare i loro capilista in più collegi. E così i deputati eletti con le preferenze supereranno abbondantemente il numero di 240.
Quanto alla previsione di attribuire un premio di maggioranza alla “lista” ( questa è la parola usata nel testo di legge definitivamente approvato) è da chiarire che “premio alla lista” non significa necessariamente premio ad un solo Partito. Possono infatti nascere liste formate da più Partiti, allorquando ci sia piena e convinta condivisione delle strategie politiche e del programma del futuro governo.
Quello che lascia un po’ “di stucco” è che chi boccia oggi il premio ad una lista, qualche anno fa sosteneva il contrario, fino a sottoscrivere una proposta di referendum che prevedeva, guarda un po’, il premio alle liste vincenti e non alle coalizioni. Mi riferisco per il centro destra all’On.Brunetta e per il centro sinistra all’On.Cuperlo. Sottoscrittori entrambi, insieme ad altri politici appartenenti ai due schieramenti, della proposta di referendum. Per avere conferma di quanto dico basta andare a vedere il blog del costituzionalista Stefano Ceccanti.
Il Presidente della Repubblica Mattarella ha firmato la legge. La sua profonda cultura giuridica ( è studioso di diritto costituzionale e parlamentare ) non gli ha suggerito di esprimere qualche dubbio di incostituzionalità e di rinviarla alle Camere Non ha ritenuto di dare ascolto agli accorati appelli delle opposizioni e agli strabilianti suggerimenti che qualche giornalista ha preteso di dargli improvvisandosi conoscitore della Costituzione ( tra cui quel simpaticone di Marco Travaglio ). L’ex Presidente Giorgio Napolitano ha espresso la propria soddisfazione per la definitiva approvazione dell’Italicum. La firma di Mattarella e le parole di Napolitano mi rafforzano nella convinzione che non si tratta di una legge” autoritaria e fascista”.
Giovanni Fratini