Con la mega Provincia di Livorno o con quella di Grosseto? Questo l’amletico dilemma che da qualche tempo agita i sonni dei Sindaci elbani e della Val di Cornia.. Ma mentre in continente sembra che ci sia unità di intenti per voltare le spalle alla città dei 4 Mori e unirsi alla Maremma, da noi le cose sono un po’ più complicate. E come non poteva esserlo? C’è chi come Vanno Segnini ha scelto senza tentennamenti di rimanere nell’area livornese e chi, come il Sindaco Peria, nel giro di una settimana, dopo aver dichiarato di guardare con favore a Grosseto, ha poi cambiato idea ed ora tifa Livorno.
Con la mega Provincia di Livorno o con quella di Grosseto? Questo l’amletico dilemma che da qualche tempo agita i sonni dei Sindaci elbani e della Val di Cornia.. Ma mentre in continente sembra che ci sia unità di intenti per voltare le spalle alla città dei 4 Mori e unirsi alla Maremma, da noi le cose sono un po’ più complicate. E come non poteva esserlo? C’è chi come Vanno Segnini ha scelto senza tentennamenti di rimanere nell’area livornese e chi, come il Sindaco Peria, nel giro di una settimana, dopo aver dichiarato di guardare con favore a Grosseto, ha poi cambiato idea ed ora tifa Livorno.
Una scelta ragionata l’ha fatta poi il neo Sindaco di Porto Azzurro Luca Simoni a cui potrebbe anche andar bene Grosseto perché la mamma è di Follonica. Come dargli torto? D’altra parte, come si dice, chi ti fa più di mamma ti inganna. Anna Bulgaresi con la medesima determinazione con cui, tronchesina alla mano, ha riaperto un sentiero abusivamente privatizzato, ha scelto Grosseto , per una “questione di affinità territoriale”. Quale sia questa affinità non ce l’ha fatto capire. Come non ci ha esplicitato con chiarezza quali sarebbero le “caratteristiche e le potenzialità” del grossetano e del senese Ruggero Barbetti che da Capoliveri guarda a sud. Alessi di Rio Elba, evita di dirci da che parte andare, ma in compenso, da politico consumato qual è, lancia la folgorante idea dell’avvio immediato di “ un confronto tra tutti i primi cittadini elbani per mettere in piedi una strategia comune e quindi chiedere un incontro con i colleghi della Val di Cornia”. Come si possa sperare che gli 8 Sindaci elbani riescano a “mettere in piedi una strategia comune” Dio solo lo può sapere. Anzi, diciamocelo francamente, non lo sa neppure Lui. L’unico a non fiatare è stato Andrea Ciumei di Marciana Marina. Strano! Non penserà mica, per salvare “capre e cavoli”, di proporre la “Provincia dell’Elba” di martinenghiana memoria?
Giorni fa, traversando il canale, abbiamo visto in lontananza la Capraia e la Corsica. E ci è venuto in mente il Sindaco di Capraia, l’amico Guarente, che di fronte alla sciagurata “pensata” del Governo romano di cancellare tutti i Comuni sotto i mille abitanti, senza eccezione alcuna, compreso quindi anche quelli delle piccole isole monocomune, minacciò di chiedere l’annessione alla Francia; di mollare la Toscana e di entrare a far parte del Dipartimento della Corsica. Un’idea che in un primo momento parve pazza, ma a pensarci bene tanto pazza non lo era. E se anche noi elbani, insieme agli abitanti di Capraia, con un referendum, manifestassimo la volontà di passare dall’Italia alla Francia, dalla Toscana alla Corsica? La storia della Corsica e dell’Elba ci dice che nei secoli le relazioni tra queste due isole del Mediterraneo sono state intense e di varia natura. E anche oggi le affinità non sono poche a cominciare dalla economia prevalentemente turistica e dalle caratteristiche ambientali. L’Elba non è zona sismica al pari della sua sorella corsa e della Sardegna perché “resto” di un antico continente che non comprendeva né Grosseto né Livorno (dove infatti qualche “scossetta” ogni tanto la sentono ).Il gabbiano corso vive bene anche sulla nostra isola e perché non dovremmo vivere bene anche noi elbani, migliorare le nostre condizioni di vita, alleandoci con i còrsi? Stanno cercando di toglierci tutto: il tribunale, il giudice di pace, la vice Prefettura, gli Uffici postali…... Con la proposta del Governo dei Professori, poi per un miracolo accantonata, di sopprimere gli ospedali con meno di 100 posti letto abbiamo rischiato di veder chiudere anche il nostro. E la politica della Azienda livornese, dei ragionieri della salute, non ci aiuta certo a migliorare i servizi. Siamo da anni, dal 2008, in attesa che il Parlamento approvi una legge speciale per le piccole isole. Ma ancora nulla di fatto, anche se dopo le prime proposte degli Onorevoli Velo e Bosi, altre ne sono “nate” come funghi. Apprendiamo in questi giorni che “l’iter di una legge regionale speciale per l’arcipelago si sarebbe arenato ( ma quando è stata presentata la proposta di legge e chi la conosce?) perché non ci sono soldi per esenzioni fiscali, aiuti economici etc…etc..” e dobbiamo contentarci quindi di godere degli stessi benefici concessi alle zone montane. Come se vivere in un’isola o vivere nel Casentino o nella zona dell’Amiata fosse la stessa cosa. Non ostante i disagi economici che dobbiamo sopportare per la condizione di insularità (ogni volta che dobbiamo andare in continente con l’autovettura per ragioni di lavoro, di salute o anche per una semplice vacanza, dobbiamo pagare un balzello di circa 40/45 euro; mandare un figlio a studiare per prendersi una laurea significa pagare il prezzo di un soggiorno completo anche per frequentare l’Università più vicina come Pisa; ogni tanto ci capita pure la bella avventura di dormire a Piombino perché non riusciamo a concludere in tempo utile i nostri impegni o perché, causa maltempo, l’ultima nave non parte) le tasse le paghiamo come tutti i cittadini della Toscana e dell’Italia. Anzi l’IMU sulla prima casa ( altro regalo del Governo dei Professori) pesa sui bilanci familiari degli elbani in maniera più pesante rispetto alle prime case del continente grazie a valori catastali più elevati.
Dunque con l’annessione alla Francia peggio di come siamo messi ora non potrebbe andare. Tanto vale provare. E se la cosa dovesse riuscire nel 2014, insieme alle celebrazioni programmate per ricordare il bicentenario dello sbarco di Napoleone all’Elba, potremmo anche festeggiare l’annessione ai territori francesi.
Ci rendiamo conto che stiamo sognando un destino impossibile e che come tutti i sogni anche il nostro va letto al contrario. Per far diventare l’Elba territorio dello Stato francese occorrerebbe innanzi tutto una forte “strategia comune” dei primi cittadini. E dunque smettiamo di sognare….e di scherzare!
Giovanni Fratini