Il dibattito che si è recentemente aperto in Italia sulla riorganizzazione delle province merita qualche riflessione. In primo luogo bisogna comprendere l’utilità di queste ultime: se le province debbono diventare contenitori vuoti di competenze ed autoreferenziali è meglio, con una riforma costituzionale, sopprimerle. Se, al contrario, attraverso una seria attività di programmazione che coinvolga le regioni, si intende farle diventare un punto di riferimento sovracomunale per politiche di area vasta tese allo sviluppo ed alla qualità della vita dei cittadini, allora ha senso mantenerle ed anzi rafforzarne e specializzarne il ruolo.
Dando per scontato questo secondo approccio, ritengo sia corretta l’impostazione del Presidente Rossi di limitare il numero delle future province, puntando su corposi accorpamenti per aree omogenee. Non sono invece del tutto d’accordo con lui sulle ripartizioni.
La partita si potrebbe giocare, a mio avviso, su tre province ed un’area metropolitana:
- una provincia del nord della Toscana, con un importante affaccio al mare, che riunisca Massa Carrara, Pistoia, Lucca, caratterizzate da importanti realtà produttive e manifatturiere, ma anche da una significativa vocazione turistica;
- una provincia del sud della Toscana, che riunisca Siena ed Arezzo, dove il produttivo, il terziario ed il turistico hanno molti punti in comune;
- l’area metropolitana di Firenze-Prato;
- la provincia della Costa, che riunisca Livorno, Pisa e Grosseto, che, per specificità turistiche ed agricole (l’Arcipelago, la città della Torre pendente, i porti turistici ed i porti commerciali, il sistema agrituristico della Maremma, i Parchi), rappresenterebbe naturalmente il cuore pulsante dell’economia turistica della regione e potrebbe, avendo i due porti maggiori, uno al nord (Livorno), uno rivolto al sud (Piombino), governare i traffici commerciali ed industriali via mare dell’intero territorio regionale. Questa provincia potrebbe, con le isole e la Maremma, con il mare e la campagna, con il buon cibo ed il paesaggio, con l’ambiente e la qualità della vita, giocare la carta del Distretto di Qualità, creando un marchio fortissimo e riconoscibilissimo nel mondo.
Con questa provincia si supererebbero, peraltro, storiche diatribe sul tema dei servizi (dai rifiuti in avanti) o su quello dello sviluppo economico, avendo insieme terziario, commerciale e produttivo, uniti ad una sanità di alto livello ed a servizi universitari primari.
Roberto Peria - Sindaco