Sono passati ormai tre giorni dalla revoca delle deleghe che mi erano state assegnate durante l’insediamento del Consiglio Comunale del 03/06/2014. Queste erano frutto di un accordo elettorale avvenuto fra due gruppi disomogenei (Punto e a Capo e Rinascita Campese) che si erano uniti al fine di raggiungere la vittoria nella competizione elettorale del 2014.
Da allora abbiamo affrontato diversi ostacoli ma, grazie al senso di responsabilità, alla fiducia e alla coesione (talvolta raggiunti con difficoltà), siamo sempre riusciti a superarli. Dico con difficoltà perché tutti sapevano, ed in primis noi che andavamo a ricoprire incarichi all’interno dell’amministrazione, che vi sarebbero stati problemi di amalgama.
Non immaginavo però che i problemi più grossi me li avrebbero creati quelli del mio stesso gruppo, i quali se ne sono andati dalla lista civica che li ha condotti in Consiglio Comunale per quelle che hanno definito divergenze “insanabili”. All’interno di Rinascita Campese si è infatti creata una frattura durante la discussione riguardante l’eventualità di rimettere le deleghe al Sindaco da parte di tutti i componenti presenti in Comune. Ciò perché i quattro si lamentavano di non essere del tutto assecondati e considerati sia all’interno degli uffici che dal Sindaco stesso. Tale progetto, che inizialmente poteva essere anche condivisibile ma che per come sviluppato avrebbe creato grosse difficoltà alla maggioranza e al Sindaco, non ha avuto da parte mia l’assenso definitivo in quanto non ritenevo di avere sufficienti motivi per giustificare un tale gesto nei confronti di colui che mi aveva dato la sua fiducia. Avendo il Consiglio Direttivo dell’associazione appoggiato la mia decisione, è da qui che è nata la loro scelta di abbandonare il gruppo.
Dall’altra parte il Primo Cittadino voleva già da tempo revocare le deleghe e la carica di Assessore alla sig.ra Danesi, sostenendo che ella avrebbe espresso giudizi talvolta fuori le righe nei suoi confronti, ma non è mai andato fino in fondo adottando tale decisione.
Mentre non ha ritenuto di dover intervenire verso chi da tempo lo osteggiava all’interno della Giunta, ha deciso di farlo in gran fretta verso chi ha sempre cercato di ricambiare la fiducia concessa. Il Sindaco, che oggi dice di non aver più fiducia nel sottoscritto, si deve essere scordato in un attimo, infatti, di non aver mai contestato alcunché sul mio operato, del quale veniva sempre aggiornato. Vorrei ricordargli, a tal proposito, che non più tardi di giovedì scorso ha condiviso alcune mie proposte sul prossimo bando di assegnazione del verde pubblico. Se è come dice, perché già in quell’occasione non ha manifestato alcuna contrarietà o disappunto, essendo evidentemente già venuta meno la fiducia nel sottoscritto?
A questo punto mi è venuto il dubbio che il tutto fosse maturato nella serata di giovedì, visto che si palesava il rischio che venisse meno il numero legale nel consiglio comunale fissato per venerdì 18 u.s., dato che i quattro consiglieri appena fuoriusciti da Rinascita Campese avevano paventato di non presentarsi. La conferma di ciò l’ho avuta giovedì sera alle ore 22,30, quando sono stato convocato dai componenti del consiglio direttivo di Rinascita Campese, i quali in quell’occasione mi hanno invitato, su richiesta espressa del Sindaco, a rassegnare le dimissioni. Io, per senso di responsabilità e di appartenenza al gruppo che ho contribuito a far nascere e per evitare di disattendere gli accordi che loro avevano preso con l’altro gruppo, mi ero impegnato, in quel consesso, a presentare le dimissioni, ma non prima di Lunedì 21. Ciò perché Venerdì 18 sapevo di non trovarmi all’Elba a causa di impegni lavorativi già fissati da tempo, ma anche perché così avrei avuto tutto il weekend per motivare degnamente questa sofferta ed imposta decisione. Nonostante ciò, appena finita la riunione, ho provato a chiamare il Sindaco per comunicargli il tutto, ma non mi ha risposto e non mi ha in seguito più richiamato.
Dato tutto ciò, per me la questione sembrava risolta, sennonché l’indomani mattina, mentre ero in giro per uffici a Livorno, ho ricevuto dal Sindaco un messaggio su Whatsapp con il quale mi invitava a rassegnare le dimissioni, altrimenti sarebbe stato costretto a revocarmi le deleghe. Alla mia risposta di non essere nella possibilità di potergliele inviare ha insistito affermando che gli sarebbero bastati una email o, addirittura, un messaggio dal cellulare! A questa richiesta mi sono rifiutato di aderire proprio perché non volevo dimettermi senza motivare adeguatamente la mia decisione. Evidentemente neanche le rassicurazioni date allo stesso Sindaco da parte di esponenti di Rinascita Campese circa il fatto che mi sarei dimesso gli hanno consentito di darmi quel tempo che ritenevo necessario a rassegnare le dimissioni. Non si è voluto attendere neppure tre giorni quando i cospiratori di turno ne hanno avuti oltre venti per organizzare tale vigliaccata.
La conclusione che ho tratto da tutta questa insistenza è che, evidentemente, ai soggetti che hanno fortemente voluto la mia “testa” e con cui avevo condiviso fino a pochi giorni prima (una ventina) scelte e soluzioni, ma anche allo stesso Sindaco (verso cui avevo manifestato la mia massima fiducia, pensando che fosse ricambiata!), tornasse comodo che io non fossi all’Elba per compiere l’affondo decisivo nei miei confronti, consumatosi nel pomeriggio di venerdì con l’affissione all’Albo Pretorio e reso pubblico a tutti nel Consiglio Comunale svoltosi in serata, a cui non ero presente in quanto non ancora tornato a Marina di Campo.
Per completezza di esposizione aggiungo che nella giornata di Sabato, a seguito dell’articolo apparso sulla stampa, ho chiamato il Sindaco perché mi spiegasse cosa avesse voluto dire con quel “Sono emerse situazioni nuove, sono venuto a conoscenza di alcuni fatti che mi hanno portato a questa decisione”. Egli, oltre a dirmi naturalmente che non sapeva dell’articolo pubblicato, mi ha liquidato con un “ora vado a casa, accendo il PC e poi ti richiamo”. Peccato che ad oggi io aspetti ancora la sua chiamata per darmi le spiegazioni che gli avevo chiesto.
Se non vuole dare giustificazioni al sottoscritto, almeno le dia alla cittadinanza, se non altro per quella trasparenza tanto sbandierata in campagna elettorale e che oggi sembra disintegrata. È giusto infatti che tutti i campesi vengano a conoscenza dei fatti che lo avrebbero indotto a revocarmi l’incarico.
Detto ciò, io non ho nulla di cui rimproverarmi, ad eccezione del fatto di essermi fidato di alcune persone che hanno condotto una campagna di dissenso e di discredito nei miei confronti senza precedenti e, soprattutto, senza valide motivazioni.
A questo punto sono felice di essere fuori da questa compagine che per circa sedici mesi non ha fatto altro che piangersi addosso, senza portare avanti alcuna iniziativa degna di nota. Sempre nell’articolo uscito il sabato, il Sindaco dichiara di cominciare con nuovo vigore e con nuovi stimoli, come se fosse dipeso da me il fatto di non aver ottenuto quel vigore e impegno che è caratteristica di un Sindaco. Peccato che le cose fatte e i progetti messi in cantiere finora non sono certamente stati portati avanti da quelli che hanno voluto la mia testa, essendo troppo impegnati a lamentarsi per impegnarsi in qualcosa di costruttivo per la cittadinanza!
Il dispiacere e l’amarezza che mi derivano da tutto ciò sta nel fatto di aver creduto in persone che a questo punto non meritano più la fiducia di alcuno.
L’offesa morale non è rivolta solo al sottoscritto, ma a tutti coloro che hanno creduto nel nostro progetto, messo oggi in discussione.
Questo mio comunicato non vuole però essere solo un appunto verso chi mi ha improvvisamente voltato le spalle e un’esposizione di quello che è realmente accaduto in questi ultimi giorni, ma vuole anche essere l’occasione per ringraziare tutti i dipendenti comunali che mi hanno aiutato nella mia intensa (anche se troppo breve) azione amministrativa e anche tutti coloro che in questi ultimi due giorni mi hanno manifestato la loro vicinanza e la loro solidarietà per un gesto tanto vile quanto inatteso.
Giancarlo Galli