Mario Ferrari, il sindaco di Portoferraio, ha messo i piedi nel piatto della vecchia politica fatta di piccoli compromessi e di spartizioni di poltrone e soldi fra i vari comuni: questo a me, questo a te e questo all’isolani, cioè niente! Un metodo che nel passato ha prodotto frammentate gestioni museali, mini centri-congresso, perdita di finanziamenti europei, inconcludenti conduzioni unitarie della comunità montana e dell’unione di comuni.
Allora erano tutti d’accordo, eccome! Scrive il Barbetti (sindaco di Capoliveri e capo della gestione associata per il turismo): “Sette, ripeto sette, sindaci da una parte e quello di Portoferraio dall'altra” (a cui venivano elargiti 150mila euro ciascuno, ndr). Questo significa che Ferrari né soffre di complessi di inferiorità, né ha problemi caratteriali che lo portano sempre ad essere diverso dagli altri.
Il Sindaco di Portoferraio di sicuro, per la sua mentalità tecnica, sta facendo gli interessi dell'Isola e anzi, cerca di evitare che tutti gli elbani siano messi alla berlina con le decisioni spartitorie degli altri sette sindaci! Lo ha fatto quando ha proposto alla conferenza dei sindaci della sanità di “fare rete” con quelli della costa, lo fa oggi chiedendo “un progetto finalizzato e condiviso” per utilizzare i 2,4milioni euro del contributo di sbarco. Ferrari ha fatto bene quando, sin dalla prima riunione (della gestione associata per il turismo) ha detto no all'aumento di 2,50 a biglietto di sbarco, e ha fatto bene quando, nella riunione successiva, ha gettato le carte all’aria(...)
Artemisio Tonietti
Gentile Signor "Artemisio"
Non intendiamo al momento entrare nel merito della questione e della tenzone (lo faremo casomai quando avremo idee più chiare), intanto speriamo vorrà perdonarci se, pur riconoscendole il diritto di parteggiare in maniera sfegatata per chi desidera, abbiamo tagliato il suo "titolo" e la sua chiusa, con il finale esortativo-elogiativo che francamente suonava un po' ridicolo, così come abbiamo tagliato NDR (che avrebbe significato scritto da noi, Elbareport), al termine di una frase tra parentersi scritta da Lei.
Avendo poi dei fortissimi dubbi che esista davvero un signor Artemisio Tonietti, la invitiamo a riflettere sul nostro convincimento circa gli pseudonimi, il cui uso di norma accettiamo a due condizioni: a) che comunque sia nota alla redazione la vera identità di chi scrive, b) che lo scritto abbia un carattere canzonatorio o di scherzo (i vari Catarella, Wack, Tiro Fisso, Mitile Ignoto, etc, intervengono, se ha notato, sempre con il metro della presa per i fondelli).
Ma sulla questione che Lei tratta c'è poco da "ruzzare", è una vicenda serissima sulla quale c'è bisogno di un confronto e di una soluzione, non di dividersi in tifoserie ferrariste e barbettiane come Lei forse si attende.
La esortiamo quindi, nel caso avesse altro da comunicare ai nostri lettori, a presentarsi con la sua identità, senza fare "giochini di bussolotti", come le persone serie.
sergio rossi