La FP CGIL della provincia di Livorno, in merito ai gravi fatti recentemente occorsi nella Casa di Reclusione di Porto Azzurro, chiede con forza un intervento da parte del Provveditorato Regionale della Toscana e dalla Direzione dell'Amministrazione Penitenziaria per reperire le risorse necessarie al buon funzionamento della struttura.
Riteniamo particolarmente urgente la messa in sicurezza di tutti gli ambienti della struttura, compresi quelli di lavoro, ponendo attenzione al fondamentale ruolo delle attività rieducative ivi presenti e, purtroppo, troppo spesso inutilizzabili.
Riteniamo che la particolare situazione di struttura carceraria aperta, voluta dagli uffici superiori, sia condivisibile se orientata al riscatto e alla rieducazione dei detenuti, che usufruiscono di ampi spazi comuni, questa scelta, però, rende necessaria un’ accurata selezione dei reclusi e soprattutto un organico adeguato al progetto rieducativo.
La nostra organizzazione ritiene necessario porre l’accento sulla scelta di trasferire a Porto Azzurro persone resesi già partecipi di gravi aggressioni in altri istituti della Toscana, senza aver provveduto, preliminarmente, ad integrare il già carente personale della struttura, 161 addetti su 234 previsti in pianta organica, un vuoto pari al 31% degli operatori previsti, che conta un solo sovrintendente ed è tuttora carente in educatori e psicologi.
Ciò crea una situazione ormai insostenibile, che, a nostro avviso, va inserita all'interno di un percorso di più ampi e necessari investimenti nell'Amministrazione Penitenziaria e di riordino delle carriere.
Grazie alle fruttuose relazioni sindacali tra nuova Direzione e rappresentanza dei lavoratori è stato possibile pianificare il miglioramento delle condizioni di vita sia dei reclusi che del personale, vedi il progetto di area verde usufruibile per le visite parentali.
Non vorremmo che un’ idea virtuosa di Casa di Reclusione, finalizzata al recupero e al reinserimento all’interno della società dei detenuti, venga inficiata da scelte esterne, che già oggi hanno portato a un acuirsi delle problematiche della struttura.
I 4 eventi accaduti all’interno della struttura nell’ultimo mese, infatti, evidenziano la necessità di un intervento immediato, purché l’episodio di evasione, per quanto ci viene riferito, sia legato ad un permesso premio.
Nella C.R. di Porto Azzurro il personale si trova costretto, ormai da troppo tempo, a ricoprire posti di servizio con responsabilità e rischi non conformi alle proprie qualifiche e formazioni d’inquadramento: nella sorveglianza generale, per esempio, assistenti capo ricoprono funzioni di ispettori e sovrintendenti, figure ancora assenti nella struttura, gravata si ribadisce, da un’insostenibile carenza d’organico.