Tra meno di due mesi si potrà decidere se confermare o meno il decreto di riforma costituzionale approvato dal Parlamento dopo oltre due anni di lavori.
La riforma Boschi rappresenta, a parere mio, un salto di qualità per il sistema politico italiano e per il suo farraginoso processo legislativo, garantendo maggiore stabilità a un Paese che ha visto 63 governi susseguirsi negli ultimi 70 anni.
Inoltre, finalmente (!), si potranno avere tempi rapidi e certi per l’approvazione delle leggi, e ciò oltremodo in un contesto mondiale dove non è piu’ tollerabile un ritardo della politica rispetto ai cambiamenti sociali e tecnologici che intervengono e interverranno.
Nell’interesse di coloro che sono intenzionati a votare SI, ma ancora di piu’ verso coloro che ancora nutrono dei dubbi oppure hanno maturato un’idea contraria, voglio rimarcare alcuni punti verso i quali si chiederà al Popolo italiano l’ultimo verdetto, e quindi ecco in breve:
- limiti temporali per i procedimenti legislativi, quindi leggi emanate a data certa;
- superamento del bicameralismo paritario per il 96% delle leggi, quindi un voto solo e non un continuo rimpallo tra Camera e Senato;
- revisione delle competenze tra Stato e Regioni con il baricentro spostato verso il primo, quindi materie, quali la promozione turistica o l’agricoltura, ritorneranno sotto un’unica guida d’indirizzo;
- eliminazione definitiva delle Province;
- soppressione del CNEL;
- Senato decurtato a soli 100 membri (215 in meno di adesso), senza indennità aggiuntive o rimborsi, in quanto i componenti saranno designati dalle singole regioni dove già percepiscono la loro indennità: risparmi certificati di oltre € 90.000.000 annui;
- abolizione dei senatori a vita;
- leggi sottoposte a giudizio preventivo della Corte Costituzionale, onde evitare postume decadenze di leggi dichiarate incostituzionali;
- introduzione degli indicatori dei costi standard per le funzioni degli enti, quindi una “siringa” dovrà costare € 1 da Bolzano a Palermo;
- allontanamento dalle funzioni per gli Amministratori regionali e locali in caso di accertato dissesto finanziario;
- limiti agli stipendi degli Organi regionali in base ai quali non potrà essere superato l’emolumento del sindaco capoluogo di regione (già fissato per legge): in questa maniera non potrà piu’ esistere che un Consigliere regionale toscano prenda un’indennità mensile netta di € 7.000,00 mentre il sindaco di Firenze ne prende (sempre netti) € 4300,00 mensili, e l’esempio è della Regione piu’ virtuosa d’Italia;
- abbassamento del quorum per i referendum abrogativi se vengono ad essere raccolte almeno 800.000 firme: in questo caso il quorum è fissato alla maggioranza dei votanti alle precedenti elezioni politiche: ad esempio se esso sarà stato dell’80% basterà raggiungere il 40% + 1 affinchè il referendum risulti valido;
- introduzione del referendum propositivo.
Credo che questa opportunità di cambiamento non ritornerà a breve nel caso di voto negativo alla riforma, e credo anche in quanto un certo Confucio ci ha voluto trasmettere con questo aforisma:
“quando fai qualcosa, sappi che avrai contro quelli che volevano fare la stessa cosa, quelli che volevano fare il contrario e la stragrande maggioranza di quelli che non volevano fare niente!”
Michele Mazzarri