Sul concorso di idee, purtroppo tardivo, per la riqualificazione dell’area portuale di Marciana Marina, tutto, o quasi, è stato pensato, detto e scritto: la grande speranza (di vedere ridimensionato il mostro approvato dall’Amministrazione marinese), ovvero solo un’abile mossa politica estiva del sindaco quale toppa per acquietare il montante sdegno di cittadini e frequentatori marinesi, ovvero ancora il timore di un insignificante e limitato imbellettamento dello stesso “mostro”, e via dicendo.
Insomma, la presentazione dei progetti alla scadenza del 10 gennaio 2017 era attesa oltre che per scoprire le nuove “idee”, anche, e forse soprattutto, per misurare le reali intenzioni dell’Amministrazione circa gli usi dei progetti eventualmente migliorativi, con quelle modalità finalmente pubbliche, partecipate e trasparenti più volte sollecitate e mai soddisfatte.
Non vi è dubbio che, in vista delle prossime elezioni amministrative a Marciana Marina, manifestazioni d’intenti e conseguenti comportamenti da parte di Sindaco e Giunta, in merito al progetto portuale, avrebbero potuto essere oggetto di valutazioni e scelte elettorali da parte dei cittadini marinesi.
Invece, alla fine dello scorso anno, l’Amministrazione marinese ha provveduto a prorogare, quasi raddoppiandolo (non poco), il termine di presentazione dei progetti a concorso, spostandolo alla data del 24 febbraio 2017.
Ora, a parte in ogni caso le motivazioni di convenienza adottate, risulta difficile pensare ad un così clamoroso errore di valutazione, da parte dell’incaricato Ordine degli Architetti di Livorno, circa i necessari tempi di progettazione da assegnare ai candidati partecipanti.
Vero che è apparsa subito significativa la corposità delle richieste riportate nel bando e che in effetti si tratterebbe di un vero e proprio concorso di progetto, piuttosto che di un concorso di idee, e che, infine, le già segnalate contraddizioni presenti nel bando sugli effettivi gradi di libertà progettuale, palleggiati tra una assoluta libertà di ideazione ed uno stringente richiamo al rispetto del progetto approvato, probabilmente hanno reso più difficile il lavoro dei concorrenti.
Vero tutto, ma un raddoppio dei tempi concessi non sarebbe errore valutativo di poco conto, tanto da risultare poco plausibile.
Così, una volta messo da parte l’errore valutativo suddetto, non resterebbe che il sospetto di una ricercata motivazione politica, a sostenere la lunga proroga.
In effetti, valutando la somma dei tempi necessari per la consegna dei progetti, per l’esame degli stessi, per l’elaborazione delle graduatorie e per le successive amenità amministrative, il rischio reale è che tutta la vicenda si concluda oltre la prossima scadenza elettorale e che, così, l’argomento “Porto” sfugga, certo non per caso o per fato avverso, proprio alle valutazioni di merito ed elettorali dei cittadini marinesi: valutazioni realmente essenziali per avere un’idea su cosa possa riservare al paese il prossimo futuro e per scegliere consapevolmente in quali mani (ed in quali intenzioni) mettere le proprie sorti, senza sorprese o, meglio, brutte sorprese successive.
Ove questo rischio si concretizzasse e si rivelasse, così, un programmato disegno da parte dell’attuale amministrazione Ciumei, il tutto configurerebbe l’ennesima mancanza di rispetto, di trasparenza e di lealtà verso i cittadini marinesi, ed il concorso di idee rischierebbe di passare alla storia come nato da furbata e morto da bufalata. A scapito di Marciana Marina, ovviamente.
Paolo Di Pirro