Il discusso piano regolatore del porto di Marciana Marina costato più di duecentoventimila euro (ad i quali si aggiungono i quindicimila del concorso!), iniziato circa sette anni fa, è stato oggetto di tante osservazioni, molte delle quali mai ascoltate.
L’amministrazione a suo tempo si è affidata totalmente ad una squadra di tecnici, senza dedicare particolare attenzione a quei concetti di condivisione e partecipazione popolare di cui solo oggi sbandiera l’importanza.
Qualche mese fa infatti, vedendo la protesta montare, essa ha indetto un concorso di idee per la riqualificazione del lungomare e delle strutture portuali; purtroppo un atto pressoché inutile dal punto di vista legale e formale, perché fatto a giochi chiusi; un atto tardivo che avrebbe dovuto precedere la conclusione del piano regolatore e che, anzi, avrebbe dovuto essere proprio alla base di esso.
È infatti chiaro che chi oggi amministra, dopo aver raggiunto l’obiettivo dell’approvazione del Piano Regolatore Portuale, vedendo il susseguirsi di così tante osservazioni contrarie, la più volte denunciata assenza di partecipazione popolare, il montare della protesta, ha cercato di minimizzare gli aspetti negativi altamente impattanti, soprattutto a fini elettorali.
Ed ecco così che solo ora si riscoprono concetti come “condivisione e partecipazione” e se ne fa un gran parlare.
In relazione al concorso di idee, come già sottolineato, esso ci costa ulteriori quindicimila euro, più le non ancora determinate spese relative alla sua divulgazione. L’idea progettuale vincente è stata presentata alla cittadinanza lo scorso venerdì sera. Personalmente ne ho potuto prendere visione solo in quella sede, nonostante quale consigliere comunale avessi fatto richiesta di averne copia già qualche giorno prima. Ma la richiesta mi è stata rifiutata, come tante altre volte è capitato, ignorando non solo i miei diritti di consigliere ma volendo essere precisi, anche quei concetti di partecipazione e condivisione di cui sopra.
La prima osservazione che vorrei fare è che, sotto alcuni aspetti, il progetto si discosta dal piano urbanistico. E’chiaro che i giovani architetti hanno cercato un compromesso tra le osservazioni raccolte, contrarie al progetto di massima del piano urbanistico portuale ed il volere dell'amministrazione.
Ma anche in questa idea progettuale, dovendo attenersi alle prescrizioni del PRP, ci sono molti elementi che snaturerebbero Marciana Marina, come ad esempio l’allargamento della passeggiata del Lungomare di cinque metri verso il mare, che implica relativo dragaggio, quando nel piano urbanistico si parlava di dragaggio solo della parte centrale del porto.
Si prevede poi uno stabile da costruire a ridosso della diga foranea per ospitare il centro servizi del porto, e addirittura un ristorante bar ed un atelier.
La conferma dello scalo quale area di cantiere per alaggio e varo di tutte le imbarcazioni con un sistema di carelli-invasi che permetterebbero anche il trasporto ai cantieri dei natanti.
Il posizionamento del distributore di carburante in testa alla diga di sopraflutto ma con i serbatoi non più in loco come previsto nel piano del porto ma nel piazzale Bernotti, davanti lo scalo. Rimangono invariate le lunghezze dei moli di sopra e sottoflutto, anche se vengono abbassate le altezze (di ben 50 cm quella di sopraflutto!), rimane l'idea di una spiaggia balneare.
Nel “dibattito” a seguire si è parlato del problema dei troppo-pieni e del depuratore - e di quello importantissimo degli effetti del dragaggio - che il Professor Pranzini si è affrettato a scaricare sulle spalle dell’amministrazione nella fase successiva dei controlli e gestione.
Con mia gran meraviglia ho poi sentito affermare dal Sindaco, dopo anni di amministrazione, che l'attuale spiaggetta non è balneabile, e che qualcuno dovrebbe far rispettare la norma.
Volendo farlo notare, non sarebbe proprio compito della stessa amministrazione e di chi da essa incaricato a vigilare?
È stato poi ribadito che per procedere alle fasi esecutive, sarà necessario andare verso un project financing al quale (sembrerebbe da quanto dichiarato) fin da giovedì prossimo la giunta potrebbe decidere di dare il via, approvando quanto necessario per aprire il procedimento.
Se così fosse, avendo un gestore unico, vedremo la fine della piccola rete imprenditoriale, associativa ed artigianale locale.
Infine mi pongo ancora una domanda: non sarebbe opportuno, prima di continuare in questo iter assurdo, fare un'analisi economico-finanziaria per valutare se veramente c’è necessità di stravolgere per sempre il nostro paese? Come giustamente ricordato da uno dei membri della giuria, queste sono opere che sopravviveranno ai nostri figli.
Ribadisco che ciò a cui abbiamo assistito è stata l’apertura della campagna elettorale, e che quello che abbiamo visto e sentito è un tardivo e semplice esercizio di progettazione, non assolutamente vincolante e per alcuni aspetti non conforme al piano urbanistico purtroppo approvato in consiglio comunale.
Francesco Gentili - consigliere comunale