L'Espresso in edicola (e online) da pochi giorni punta un riflettore sui rischi relativi alle banche locali: istituti di credito cooperativo, casse rurali, casse di risparmio e popolari, comprese quelle che hanno modificato il loro status giuridico in società per azioni.
Dopo il fallimento di Banca Etruria, Banca Marche, CariChieti e CariFerrara, nella seconda metà del 2015, la crisi dei grandi gruppi come Monte dei Paschi e Unicredit ha messo in ombra- recita l'articolo- le crisi dei piccoli istituti di credito, anche se nel frattempo la situazione di molti di loro è andata aggravandosi come mostrano i dati pubblicati dal settimanale, che analizza i bilanci al 31 dicembre 2015 di un campione di 377 banche con attivi inferiori a 5 miliardi. I dati, elaborati da R&S, la società di ricerche e studi di Mediobanca, hanno consentito di ordinare i 377 istituti di credito suddividendoli in tre fasce, quella dell'alto rischio (bollino rosso), rischio medio (giallo) e basso rischio (verde).
Gli indicatori utilizzati per formare la graduatoria sono stati:
- L' incidenza dei crediti deteriorati netti sul patrimonio netto tangibile della banca;
- L’incidenza delle sofferenze sullo stesso patrimonio netto;
- La svalutazione dei crediti deteriorati sui ricavi.
Il cosiddetto cost/income, cioè il rapporto tra costi operativi e ricavi, il principale indicatore di efficienza.
Quando i crediti deteriorati superano il 100 per cento del patrimonio netto tangibile, l’equilibrio delle banca comincia ad essere compromesso. Quando arrivano a rappresentare, come in taluni casi, tre, quattro, cinque, sei o anche sette ed otto volte il patrimonio netto, significa che la banca è ad alto rischio di fallimento, se non già fallita.
La Banca dell'Elba risulta quindi tra le 130 banche (su 377) con il bollino verde, vale a dire a basso rischio.
Di seguito il link dell'articolo: http://espresso.repubblica.it/affari/2017/04/18/news/quanto-e-sicura-la-tua-banca-la-classifica-su-377-piccoli-e-medi-istituti-italiani-1.299763