Alcuni anni fa l'Amministrazione Ballerini, della quale facevo parte, quasi alla fine del mandato, progettò l'apertura a Capoliveri di una sezione di Scuola Materna Statale. La decisione fu dettata dalle nuove necessità che emergevano nel tessuto sociale capoliverese. Il piccolo borgo di minatori si era trasformato in una realtà turistica, multietnica e multireligiosa, alla quale l'asilo comunale, gestito dalle Suore Pastorelle, non poteva più dare le risposte necessarie. Si scatenò il finimondo: fummo accusati di voler mandar via le Suore che erano considerate, a ragione, un'Istituzione radicata in Capoliveri, fummo appellati come “senza Dio”, fummo accusati anche di voler togliere il lavoro alle docenti che insegnavano all'asilo comunale. Niente di tutto ciò era nei nostri intenti, in un primo momento provammo a giustificarci, poi di fronte alla maldicenza e all'ottusità che ci circondava desistemmo, lasciando che fosse il tempo a darci ragione. E il tempo ce ne ha data a iosa. L'anno successivo la Casa Madre richiamò le Suore Pastorelle, che se ne andarono tranquille, dimenticando, sia loro che i Capoliveresi, che le Suore erano un'Istituzione radicata a Capoliveri.
Le povere docenti alle quali volevamo togliere il lavoro, come avevamo più volte precisato, vista la posizione occupata in graduatoria, furono nominate in ruolo nella Scuola Statale, ed andarono ad occupare gli ulteriori posti creati in seguito all'apertura della Scuola materna. Mi ricordo in quei giorni le novene, le veglie di pregherà nelle quali fu coinvolta tutta la cittadinanza per scongiurare la nascita del mostro.
In realtà il tanto temuto mostro si è rivelato una struttura efficiente e funzionante, che affianca l'asilo comunale, nel quale sono state assunte nuove docenti, che, come le precedenti, matureranno un punteggio pieno, che consentirà loro di scavalcare in graduatoria le povere precarie che maturano a stento qualche punticino facendo qualche supplenza nelle Scuole Statali.
Come avevamo programmato Capoliveri ha ora due strutture, in grado di soddisfare i bisogni della cittadinanza. Ma perché, stasera, mi sarà venuto in mente tutto questo? Perché ho saputo che, a fine giugno, le 3 suore provenienti dal Benin e che hanno sostituito le Suore Pastorelle, nell'indifferenza generale, non per volontà loro, lasceranno Capoliveri. Perché questa differenza di trattamento in una situazione identica? C'era, la volta scorsa, una precisa volontà di mettere in cattiva luce l'Amministrazione Ballerini?
E qui dispiace che la Chiesa Capoliverese si sia fatta coinvolgere. O c'è questa volta un preciso disegno sottostante che ho già percepito, ma che è inopportuno dichiarare. Non mi resta che esprimere il mio rammarico ed il mio ringraziamento per l'opera prestata per Capoliveri da queste Suore, per mera obbedienza alla loro regola. Ma sarà la mia l'unica voce?
Nel momento in cui ho scritto questo articolo credevo di essere l'unica a protestare.
Invece ho visto che numerosi cittadini capoliveresi hanno espresso il loro dissenso, perché nessuno deve essere mandato via contro la propia volontà e senza una precisa motivazione.
I capoliveresi, specialmente quelli facenti parte della comunità parrocchiale hanno diritto di sapere perché queste Sorelle, che hanno accolto ed accolgono i loro figli ed i loro nipoti all'asilo, che hanno visitato i loro anziani, che hanno partecipato ai loro lutti, che salutano tutti con un sorriso, debbano andare via.
Ornella Vai