Dopo le ultime polemiche scaturite dalle osservazioni del Comune di Porto Azzurro sulla Gestione associata per il canile, sembrava che nella Consulta dei Sindaci dell’8 marzo u.s. fosse stata risolta la questione, ma le parole di Ruggero Barbetti, capofila della gestione associata per il canile, pubblicate immediatamente dopo, sono apparse davvero sconcertanti.
Si, sconcertanti. Dopo anni e anni di incontri, di Consulte dei Sindaci, di Delibere, di carte bollate, il capofila della gestione associata del canile dichiara "Riprenderemo in mano le carte ragionando che siamo in sei, rivedremo tutto quello che è stato deliberato, faremo immediatamente le correzioni dovute e il passaggio tecnico amministrativo della correttezza degli atti e poi potremo dare l'incarico per le modifiche del progetto in base a quelle che sono le esigenze attuali che sono diverse rispetto a quelle di 15 anni fa quando fu ideato…”
Ma stiamo scherzando? Dopo i tempi biblici che ci sono voluti fino ad oggi, dopo la geniale trovata dell’auto esonero da parte del Comune di Porto Azzurro dal procedimento per non ostacolare il buon esito, addirittura con la rinuncia alla sua quota parte economica (?), oggi dobbiamo praticamente rifare tutta la trafila? Che cosa si intende per “passaggio tecnico amministrativo della correttezza degli atti”? Sono ormai anni che il progetto va modificato e adeguato, e questo lo si sa da tempo immemore e, OGGI, prendiamo atto che c’è ancora tutto da fare? Che dobbiamo ancora aggiornare il progetto originario?
Sono ormai passati oltre 15 anni da quando il Canile gestito da I ragazzi del Canile presso gli ex macelli nel Comune di Portoferraio venne sgomberato e chiuso senza che le Amministrazioni locali si siano mai attivate per creare alcuna struttura alternativa. Anni in cui abbiamo assistito all’erogazione e alla restituzione di cospicui finanziamenti pubblici da parte del Ministero della Sanità e della Regione Toscana, alla elaborazione di progetti mai realizzati, ma comunque saldati, a dispute tra Sindaci sulla responsabilità e la rivendicazione di meriti o demeriti, addirittura a presunte speculazioni edilizie. Cos’è cambiato da allora?
Certamente per i Sindaci, cioè per i proprietari dei randagi sul territorio, poco o nulla. Per i cittadini e per le associazioni di volontariato, altrettanto.
Manca qualsiasi struttura per l’accoglienza ed il ricovero dei randagi, non pretendiamo nemmeno di definirli ai sensi di legge, come canile sanitario o canile rifugio, manca un servizio di accalappiamento, manca l’accesso per le polizie municipali all’anagrafe canina, ma soprattutto manca una clinica che garantisca il soccorso H24 che in base alla legge nazionale dovrebbe essere garantito proprio dalle strutture del canile. Quindi, nonostante esistano precise disposizioni di legge e amministrative che impongono obblighi inequivocabili in materia di tutela degli animali, tutto rimane disatteso in barba alla legalità e al rispetto degli impegni politici assunti.
Siamo davvero esterrefatti, sconfortati, ma anche inferociti. Siamo noi infatti che veniamo chiamati da cittadini che non sanno cosa fare quando raccattano per strada un cane vagante, quando nel pieno della notte cercano disperatamente un veterinario perché il loro cane sta male e assistono impotenti alla sua sofferenza e spesso alla morte, quando un animale investito viene recuperato e non si sa che farne, dove portarlo, dove custodirlo, dove curarlo. Siamo noi che paghiamo le spese veterinarie dei randagi malati, che li “ospitiamo” nelle nostre case, che rimaniamo totalmente inascoltati e ignorati quando inviamo segnalazioni, richieste di incontro o di aiuto ai vari Sindaci.
E il paradosso di questa vergognosa ed interminabile vicenda è che nonostante da almeno tre anni la Fondazione Bastet abbia messo a disposizione 600.000 euro per la costruzione di un canile e gattile comprensoriale, presso cui verrebbe realizzata anche una clinica veterinaria H24 con oneri di funzionamento totalmente a carico della Fondazione medesima, OGGI, apprendiamo che vanno riprese tutte le carte, vanno rivisti tutti gli atti, va rifatto il progetto. Nel frattempo, sicuramente, la generosa Fondazione tedesca rimarrà in attesa che i nostri illuminati Amministratori compiano tutti i loro atti secondo correttezza. Certamente!
Ma siamo proprio sicuri che ci sia la volontà di realizzare il canile comprensoriale? Beh, noi cominciamo a nutrire seri dubbi.
Ebbene, se i Sindaci dell’Isola d’Elba, saranno “capaci” di perdere un finanziamento di 600.000 euro, dovranno iniziare ad assumersi la responsabilità di curare i loro animali randagi, cani o gatti che siano, come stabilito dalla legge.
Siamo davvero stufi di doverci assumere il compito di recuperare animali vaganti o feriti, di stare ore al telefono per sfiancare la Polizia Municipale perché si attivi come dovuto, di dover pagare NOI le spese sanitarie per curare gli animali, di dover trovare un posto dove collocare un animale, di dover spiegare a chi ci chiede aiuto, in primis ai turisti, che all’Elba non esiste alcun servizio pubblico che si occupi di animali. Inutile raccontare che l’Isola d’Elba è Pet friendly, perché degli animali i nostri amministratori si interessano solo per fare pubblicità e per attrarre turisti da spennare con un contributo di sbarco di cui nessuno percepisce nella pratica alcun concreto beneficio. A meno che non si voglia raccontare che l’Elba è pet friendly perché ha una dog beach….
Nel mentre il Sindaco Barbetti e i suoi colleghi recuperano le carte, rivedono gli atti, valutano il progetto, ecc. ecc., NOI intraprenderemo una forma di “sciopero” e di vigile protesta. Quindi, d’ora in poi, ci limiteremo a pretendere la puntuale applicazione della legge, ma nulla di più. Ogni chiamata per chiedere l’intervento delle nostre Associazioni verrà dirottata sugli uffici comunali, ogni animale rinvenuto in difficoltà verrà consegnato al suo legittimo proprietario, il Sindaco, ogni omissione verrà denunciata. Inoltre, considerato che le inadempienze di precisi obblighi previsti dalla legge comportano precise conseguenze anche di natura penale, la Procura della Repubblica sarà informata della insostenibile situazione elbana.
Le Associazioni non si sostituiranno più alle Amministrazioni pubbliche e daranno avvio ad una serie di iniziative di protesta, anche attraverso una manifestazione pubblica in fase di organizzazione e il coinvolgimento delle Associazioni di categoria e dei cittadini.
E’ opportuno che i Sindaci comincino a sperimentare sulla loro pelle cosa significa essere RESPONSABILI dei randagi.
Animal Project Onlus e I Ragazzi del canile