Ancora una volta il Corriere Elbano non si smentisce. Mi riferisco all’articolo apparso sull’ultimo numero, relativamente ai lavori di ristrutturazione dello stabile Ex Enel da parte di Eurospin.
Senza minimamente preoccuparsi di interpellare i diretti interessati, al fine di appurarne atti e pensieri, vengono estrapolate frasi da un contesto, reinterpretandole deliberatamente a modo proprio.
Nello specifico, in questo articolo si cerca di contrapporre la visione del vice sindaco Roberto Marini, che si dichiara soddisfatto per la riqualificazione dell’intera zona dell’ex centrale, a quella della nostra associazione, che manifesterebbe invece contrarietà e disappunto al recupero di detta area: questo viene rappresentato, senza un minimo sforzo per scavare più a fondo ed appurare la questione.
Nossignori, le cose non stanno affatto così. Non è la sistemazione dell’area a preoccuparci, della quale siamo ben felici anche noi, ma è la destinazione d’uso che ne verrà fatta che ci interessa. Saremo infatti ben lieti di salutare l’insediamento in loco di agenzie nautiche, attività di noleggio, uffici vari del terziario e negozi di prodotti tipici del territorio, oltre al trasferimento del discount Eurospin, di aree verdi e parcheggi, così come previsto dal Regolamento Urbanistico comunale. Anche il trasferimento di qualche altra attività commerciale già esistente potrebbe essere vista positivamente, qualora ve ne siano poi i presupposti.
Ciò che ci preoccupa è invece il fatto che il complesso possa prendere la veste, in verità anche un po’ superata, dei tradizionali centri commerciali posti nelle periferie delle grandi città, frutto di accordi con grandi marchi e catene di franchising, caratterizzati da migrazione di capitali, elevati costi di affitti e spese condominiali, continui turnover delle attività, con botta finale per gli esercizi di vicinato ed i negozi dei centri storici, già messi a dura prova dalla crisi.
Di questo tipo di insediamento, francamente, qui all’Elba non abbiamo proprio bisogno. Un centro commerciale di 9000 mq. con queste caratteristiche, per una realtà limitata come la nostra decreterebbe non solo la chiusura di altri negozi della città, ma di tutta l’isola, con un danno enorme per il tessuto economico locale, come già avvenuto in altri contesti ben più vasti del nostro.
Non solo, ci sarebbero poi delle conseguenze negative anche a livello sociale, perché la polarizzazione commerciale avviene sempre a scapito di altre aree, e se qui viviamo già il problema delle poche attività aperte d’inverno nei paesi dell’isola, con un nuovo centro commerciale che avesse questo tipo di connotazione chiuderebbero anche quei pochi commercianti coraggiosi che garantiscono un servizio di vicinato tutto l’anno.
Ma noi, consapevoli di questi pericoli e viste analoghe esperienze negative in altre realtà, vigileremo affinché ciò non accada sulla nostra isola, con buona pace del Corriere Elbano. D’altronde, a ciascuno il suo lavoro: al sano giornalismo il compito di essere il più attendibile, veritiero e puntuale possibile, ed a noi quello di tutelare le tante imprese commerciali locali che abbiamo l’onore e dovere di rappresentare.
Franca Rosso
Presidente Confcommercio Elba