L’Amministrazione comunale ha messo in vendita, anzi sta svendendo, insieme ad altri immobli, anche il primo/ secondo piano e la mansarda dell’edificio ex Poste, al prezzo davvero “stracciato” di 450 mila euro. Si è fatto avanti un misterioso “benefattore” che ne offre 621 mila. Quindi ben 171 mila in più rispetto alla valutazione fatta dalla Amministrazione.
Misterioso, perché l’offerta è stata presentata “in nome e per conto di Società o persona da nominare”. Vorremmo poterci congratulare con il Sindaco per la fortuna che ha avuto, ma ci sono alcune cose che non ci tornano, che ci fanno rimanere perplessi.
Innanzi tutto ci chiediamo come mai dall’ignoto futuro acquirente viene fatta una offerta di gran lunga superiore all’importo a base d’asta, quando, partecipando alla seconda asta, indetta nell’agosto dello scorso anno, avrebbe potuto risparmiare la considerevole somma di 171 mila euro? Mistero che ancora non siamo riusciti a spiegare. Forse l’Innominato imprenditore, riconosciuto eccessivamnete basso il prezzo base, ha voluto compiere un esemplare gesto di generosità? Ci crediamo molto poco, ma può anche essere.
Mentre negli anni passati nel programma delle alienazioni non è mai stato inserito il piano terra dell’edificio ex Poste, perché si pensava ad una sua utilizzazione per servizi pubblici, quest’anno anche quel piano è stato messo in vendita con una valutazione estremamente bassa: 125 mila euro, vale a dire a soli 822 euro al mq, quando nella perizia di stima lo stato di conservazione dell’immobile viene giudicato “buono” e la valutazione che ne fa l’Agenzia delle entrate oscilla tra i 1.500 e i 2050 euro al mq.
Speravamo che nella seduta consiliare di mercoledì l’Assessore al demanio e patrimonio, Angelo Del Mastro, almeno proponesse di escludere la vendita del piano terra. Fu proprio lui che, nel 2016, fece approvare dalla Giunta una relazione che prevedeva di destinare tutto, proprio tutto il palazzo ex Poste a “Museo del mare”. “Un museo naturalistico- disse in una intervista al Tirreno - manca alla città e credo sia un buon modo per riportare gente nel centro storico”. Ma l’Assessore non ha partecipato alla seduta consiliare. E quindi anche quel piano sarà privatizzato, venduto sottocosto.
Nella medesima seduta è stato anche deciso di inserire il palazzo ex OMNI, che comprende il nido comunale, il centro giovani, la sede della Cosimo de’ Medici e la sala Telemaco Signorini, nell’elenco dei beni patrimoniale disponibili. In altre parole è stato deciso di classificare l’ex OMNI come un bene che può essere ceduto a privati.
Eppure il Sindaco, quando uscì sulla stampa la notizia che l’Amministrazione, con una delibera della Giunta, la n° 5 del 16 febbraio, aveva deciso di riequilibrare i debiti/crediti con la Soc. Cosimo de’ Medici cedendo a questa Società i locali dove ha gli uffici e la sala Telemaco Signorini, si affrettò subito a dichiarare che non era affatto sua intenzione privare il Comune di “beni che sono anche dei cittadini”, aggiungendo che “certi valori non possono essere ceduti”. Ma se quella era ed è la volontà della Amministrazione; se “certi valori” non possono essere ceduti, che necessità c’è di modificare l’inventario degli immobili di proprietà comunale, inserendo l’ex OMNI nell’elenco dei beni di cui il Comune può tranquillamente disfarsene?
Imbarazzante, infine, il silenzio del Presidente del Consiglio Rossi che, sempre lo scorso mese di marzo, in una conferenza stampa annunciò addirittura le proprie dimissioni per la scelta fatta dalla Giunta. Anche lui, ebbe a dire, che certi immobili rappresentano “un bene comune della città” di cui l’Amministrazione non può “disporre a piacimento”. E pensare che in quella Giunta del 16 febbraio era presente anche il Sindaco che ha approvato la delibera che tanto ha irritato il Dr. Rossi.
E’ proprio il caso di dire:”Signore, perdona loro perché non sanno quello che fanno”.
Circolo PD Portoferraio