Come tutti gli anni è arrivato il 27 gennaio, “Il Giorno della Memoria” e in tutta Italia si organizzeranno eventi per celebrare in maniera significativa e didatticamente valida una tale ricorrenza. Tanti anni fa, quando nacque la legge, ho collaborato parecchie volte, insieme ad altre persone, alla predisposizione di proiezioni, lettura di brani, incontri con testimoni, fornendo tutto il materiale di cui ero in possesso e che fosse utile allo scopo. C’era da parte dei ragazzi, ma anche di tanti adulti molta ignoranza sull’argomento; molte volte mi accorgevo che per molti, la conoscenza di quello che era successo in Europa solamente qualche decennio prima, era difficile da accettare, tanto apparivano incredibilmente feroci gli atti messi in campo da esseri umani verso loro consimili.
Le cose sono, da allora, migliorate molto; a scuola i ragazzi molto spesso sono formati con lezioni o corsi specifici sull’argomento; parole come persecuzione, sterminio, soluzione finale e shoa, sono diventate di uso comune e, più o meno tutti, sanno collocarle in un contesto storico e essere consapevoli di quanto esse hanno segnato il secolo scorso.
Fondamentale spesso è stata la testimonianza diretta dei superstiti; ogni loro parola vale mille filmati, documentari e libri; quando nel gennaio 2011 la direttrice del Museo della Shoa di Nazareth, Hanna Kluger Weiss, raccontava ai ragazzi elbani al centro congressuale “De Laugier” la sua esperienza nel lager, tutti pendevano dalle sue labbra e molti avevano gli occhi lucidi; per quasi tre ore anche quei ragazzi che normalmente a scuola non avrebbero mantenuto la concentrazione per non più di un paio di minuti, rimasero attenti, emozionati e storditi, senza proferire parola.
In questi anni molti, grazie a questa ricorrenza, si sono formati in maniera adeguata e sono diventati adulti portatori di buoni sentimenti; capire che ci deve essere rispetto della persona umana al di là dell’appartenenza a nazionalità, etnie, religioni e abitudini diverse, è il concetto che sta alla base della convivenza pacifica.
Purtroppo però in molte parti d’Europa, ma anche in altri continenti, le malefiche ideologie che portarono il mondo sul baratro dell’inciviltà assoluta sono tutt’altro che morte; partiti e partitini neonazisti e neo fascisti proliferano ovunque, più o meno mascherati da circoli culturali e associazioni culturali. Stranamente a questi soggetti viene permesso, alla luce del sole, di professare ideologie razziste, di esporre simboli che si richiamano in maniera diretta alla vecchia simbologia fascista e nazista, di tenere comizi politici e manifestare, con cortei in cui gli slogan urlati sono l’interpretazione rimodernata del lugubri inni che accompagnarono le sofferenze di milioni di persone nei tristi anni dell’ultimo conflitto mondiale.
C’è eccessiva e colpevole tolleranza verso questo fenomeno; è di pochi giorni fa la notizia di una retata di estremisti (finalmente si è fatto qualcosa !) in cui sono stati arrestati esponenti napoletani di Casa Pound; tre di loro erano anche candidati alle prossime lezioni. Nelle intercettazioni delle conversazioni degli indagati , divulgate dagli inquirenti , si trovano simili amenità: “…l’ebrea è da violentare..”; “…..come faccio a saper che quello è ebreo ?Tiene la kippa in testa. E allora, non vogliamo incendiarli il negozio ?..” .
Sono stato di recente a Roma; ho visitato il quartiere ebraico, la zona del Portico d’Ottavia, il Tempio ed il Museo Ebraico; ho goduto dell’ospitalità delle persone che ho incontrato e della loro tranquillità, ma non potuto non notare che tutto il quartiere è, con giudiziosa e sensibile discrezione, presidiato da un massiccio dispiegamento di forze di polizia.
È normale che accada questo a ben 75 anni dalla promulgazione fascista delle leggi ebraiche ?
No, non è normale e trovo quindi che sia estremamente cinico il recente comportamento tenuto da un capopopolo che vorrebbe cambiare il paese (cosa nobile e necessaria) che , alla ricerca anche dell’ultimo voto, sdogana e apre le porte del suo movimento ad uno dei leader di CasaPound.
In presenza di personaggi del genere, si cambia anche il marciapiede su cui percorre pochi passi.
Guido Provenzali