Sono più di 200 le persone della provincia livornese che sono state trattate e salvate nel 2012 grazie alla “Rete IMA” per il trattamento dell’infarto acuto, inaugurata dall’Azienda USL 6 lo scorso anno.
“Di queste 200 persone - spiega Enrico Magagnini, direttore Utic dell’USL 6 di Livorno – 20 arrivavano qui da noi direttamente dalla propria abitazione, dalla zona della Bassa Val di Cecina o dalla Val di Cornia. La nuova rete ci ha permesso per questi pazienti con l’infarto in corso, di guadagnare minuti preziosi. Evitando il passaggio attraverso il pronto soccorso, siamo riusciti a farli arrivare direttamente nella sala di emodinamica a Livorno, dove in tempi rapidissimi abbiamo potuto fare l’angioplastica”.
Questo intervento, che consiste nell’inserimento di un catetere nel cuore per aprire una coronaria che nel corso dell’infarto è stata ostruita, è l’arma più potente contro l’infarto del miocardio acuto se fatta nella prima fase del trattamento. “La probabilità di successo dell’angioplastica – continua Magagnini - è tanto maggiore quanto più l’intervento avviene a breve distanza di tempo rispetto all’insorgenza dell’attacco. Ecco perché il tempo è un fattore essenziale. I nostri dati confermano che troppo spesso un paziente con attacco cardiaco in corso non chiama subito il 118, ma arriva al Pronto soccorso con il proprio mezzo, qualche volta anche da solo, perdendo così minuti preziosi per la sua salute”.
Anche in questa ottica continua la sforzo dell’Azienda USL 6 per la sensibilizzazione ad un uso sempre più appropriato e consapevole delle offerte sanitarie. Il consiglio quindi è di rivolgersi sempre direttamente al servizio telefonico del 118 e non recarsi al Pronto Soccorso. Sarà poi il personale medico accorso a portare il paziente verso la struttura più adatta.
Diversa è l’organizzazione per l’Isola d’Elba: “La zona più disagiata di tutta l’azienda è sicuramente l’Elba – conclude Magagnini – ma grazie al largo utilizzo dell’elicottero, abbiamo raggiunto tempi di cura molto apprezzabili: meno di 5 ore tra l’inizio del dolore e l’esecuzione dell’angioplastica. Questa però, nei casi privi di controindicazioni, può essere preceduta dal trattamento fibrinolitico per eliminare intanto i pericoli di trombosi. In media il medico del Pronto Soccorso riesce a farlo entro mezz’ora dall’arrivo del paziente“.