Sul Corriere Elbano dell’8 giugno 2018, in un articolo a firma di Giusi Brega, si censura l’operato di Blu Navy che non ha imbarcato una ambulanza con un barellato a bordo (paziente incapace di muoversi autonomamente) e si incensa la Toremar che da sempre assicura il passaggio di mezzi in tali situazioni chiosando che anche la Moby si è adeguata.
Ciò non è vero. Capisco che si debba pubblicare ciò che è gradito all’editore (veline che ricordano il Minculpop) ma non ci si può, poi, ergere a difensori della verità e considerare le proprie affermazioni come “dogmi”.
La possibilità d’imbarco di una ambulanza con un barellato a bordo sulle navi Moby non risponde a verità. Infatti, alcuni giorni or sono, un paziente reduce da un serio intervento chirurgico a Pisa e rinviato all’ospedale di Portoferraio per un ricovero di degenza, ha dovuto attendere due ore sul porto di Piombino a bordo dell’ambulanza parcheggiata sul molo, sino all’arrivo di una nave Toremar perchè Moby, accampando divieti della Capitaneria che non esistono, aveva rifiutato l’imbarco sulle sue corse precedenti.
La cosa è vecchia e si ripete sempre più spesso perché con la diminuzione dei servizi ospedalieri locali, aumenta il flusso del “turismo sanitario”.
Ci sono state proteste, riunioni, conferenze dei servizi (modo elegante per dire facciamo quattro chiacchere tanto per tacitare le proteste) ma non è cambiato nulla.
Nell’attuale stato di cose è difficile, se non impossibile, trovare soluzione al problema. La materia è regolata dal Decreto Legislativo n. 45 del 2000 – Attuazione della direttiva 98/18 C.E. relativa alle disposizioni e alle norme di sicurezza per le navi da passeggeri adibire a viaggi nazionali (che ha recepito le norme internazionali delle SOLAS, acronimo di Safety Of Life At Sea – Convenzione internazionale per la salvaguardia della vita umana in mare), che al punto 17.2 – Accesso ai ponti ro-ro (R 20.3) recita: “Il Comandante o l’ufficiale incaricato deve assicurarsi che durante la navigazione nessun passeggero possa accedere ad un ponte Ro-Ro chiuso (garage) senza l’autorizzazione del Comandante o dell’ufficiale incaricato”.
In sintesi: c’è il divieto ma c’è una possibilità di deroga in capo al Comandante o all’ufficiale incaricato, evidentemente in presenza di precise condizioni, condizioni che nel caso che qui ci interessa è la aerazione del garage.
I Comandanti delle navi Toremar si avvalgono di tale deroga perché al comando di traghetti sufficientemente moderni che lo consentono, mentre i colleghi delle navi Moby, notoriamente vetuste, non hanno nessun requisito per l’applicazione della deroga (qualche pezzo di moquette e tanta vernice non bastano), che, ricordiamolo, comporta l’assunzione di responsabilità in capo a chi la applica.
Questi i termini della questione non risolvibile a breve. Ed allora perché il Corriere Elbano non si fa carico di una campagna di sensibilizzazione per l’ammodernamento della flotta Moby così come, giustamente, porta avanti quella per l’ammodernamento delle strutture alberghiere? La richiesta è pleonastica ma va posta.
Non si può non concludere se non con una amara considerazione, i due macigni che gravano sull’Elba, trasporti e sanità, se fanno sinergia condizionano ulteriormente la vita degli elbani, sostanzialmente nell’assordante silenzio di quelli che potrebbero dire e a fare qualcosa.
Stefano Stefanini
P.S. Quanto sopra vale anche come commento all’editoriale pubblicato sul numero 2 del 15 gennaio 2019 del Corriere Elbano.