Una decina di giorni fa la locale sezione del Partito Democratico ha organizzato un incontro pubblico con l'Assessora regionale all'istruzione, formazione e lavoro Cristina Grieco. Ho voluto partecipare, da genitore, per capire cosa ci possiamo aspettare dalla Regione in questo ambito, e se mai possiamo contribuire nel fornire una lettura della realtà elbana al fine di meglio orientare gli interventi regionali. Devo dire che, dopo la descrizione dello stato dell'arte, gli interventi sono stati piuttosto interessanti ed il dibattito ha preso una piega dal mio punto di vista inattesa, con proposte di azioni, anche concrete, da intraprendere.
Inevitabilmente, parlando di formazione professionale, l'attenzione era ed è principalmente concentrata sulle professioni legate al turismo. E in tale contesto due interessanti interventi, prima di un operatore del settore e quindi di un dirigente scolastico, hanno subito messo il dito nella piaga: molti operatori preferiscono impiegare personale scarsamente qualificato, pagandolo meno (ovviamente a discapito della qualità del servizio, ma chi se ne frega...) ed in generale, come ha ben evidenziato Graziano Rinaldi in un suo recente contributo, non abbiamo ancora deciso che turismo vogliamo fare.
Ecco allora che ripropongo qui i suggerimenti che ho sottoposto in quel contesto: gli interventi formativi devono allargare il loro orizzonte, ed in funzione di ciò il loro ambito di intervento. Se vogliamo fare crescere la qualità della nostra offerta dobbiamo fare scuola di accoglienza a tutti i livelli, a partire dalle scuole elementari. Insegnare ai nostri ragazzi l'amore per il proprio territorio rende i cittadini di domani i migliori promoters del prodotto Elba, educandoli al contempo ad una cultura dell'ospitalità che si è persa. Nel passaggio dall'economia agricola a quella turistica, i primissimi operatori conservavano ancora tale cultura e sicuramente questo rendeva l'Isola una meta speciale anche per i frequentatori più esclusivi (una mia carissima amica, figlia di uno dei primi albergatori elbani, la cui struttura peraltro sorgeva lontano dal mare, mi mostrò una foto di lei bambina tra Liz Taylor e Richard Burton!!!). Oltre a ciò occorre formare adeguatamente una nuova classe imprenditoriale, che si tratti di giovani nuovi all'impresa o seconda o terza generazione di albergatori poco importa. Per fare questo non basta la formazione in senso stretto ma occorre approntare strumenti ulteriori al fine di aiutarli a sostenere, concretamente, la realizzazione dei loro progetti innovativi (accesso al credito, servizi di tutoraggio, consulenze specialistiche ecc...). Ma non basta: occorre anche fornire alle nuove generazioni gli strumenti culturali ed organizzativi affinché possano affrancarsi da una subalternità alla quale, per decenni, li abbiamo costretti. Dobbiamo dare loro fiducia e fare in modo che siano loro stessi non solo attori ma anche autori del proprio futuro. Non siamo migliori di loro, non siamo stati capaci di lasciare loro un mondo migliore di quello che ci hanno lasciato i nostri padri. Eppure i giovani sono tenuti ai margini, ritenuti degni di adeguata considerazione solo quando cominciano ad avere qualche capello bianco (salvo eccezioni di rapide ascese in particolari ed elitari consessi, dove peraltro conta tutto tranne che il merito...).
Ho registrato, con soddisfazione, la convergenza dell'altro dirigente scolastico presente, il quale ha ribadito che occorre dare fiducia ai ragazzi, finendola una volta per tutte di mortificarli con formule del tipo "ai nostri tempi...", ma anche la proposta concreta del consigliere Gianni Anselmi il quale ha suggerito di investire i giovani di questioni primarie, quale ad esempio la frammentazione amministrativa (un'isola, sette comuni), che riguardano il presente di tutti ma anche, soprattutto, il "loro" futuro.
Renato Corrado de Michieli Vitturi