A soli 46 giorni dall’impegno elettorale che ci vedrà protagonisti, analogamente a diversi miei concittadini sento l’esigenza di affidare alla parola scritta alcune riflessioni, opinioni, ma anche sentimenti, riguardo il futuro politico del nostro piccolo ma importante paese. Non si fa che scrivere delle infeconde o mancate prove di dialogo tra le varie parti, indistintamente, delle responsabilità vuoi di questo o quel gruppo, di ipotetici accordi su questioni e candidature poi sfumate senza in verità capirci granché.
L’unica, amara, certezza è che la maggioranza dei gruppi si spaccia per civica quando di civico pare avere ben poco. Tra una moltitudine di definizioni, due mi appaiono decisamente degne di nota: civico inteso come “proprio del cittadino in quanto appartenente ad una comunità” e “diretto all’ordine e all’equilibrio della comunità”. Occorre a questo punto focalizzare l’attenzione su questo ente astratto e bistrattato quale la Comunità locale, alla quale pare che nessuna forza attualmente scesa in campo abbia degnato preventiva considerazione alcuna.
Siamo sicuri che Portoferraio necessiti di un governo assoggettato alle logiche turistiche-imprenditoriali? Quali sono i bisogni che i cittadini ravvedono come prioritari? Quali sono ad oggi gli obiettivi a breve, medio e lungo termine formulati sulle esigenze espresse e condivise degli elettori?
Il mio backgrond politico di Sinistra mi fa ritenere opportuno e doveroso sottolineare che un programma elettorale ha l’obbligo morale di perimetrare ciò che la cultura civile ritiene necessario, quindi ha il dovere di trasformare i bisogni emergenti in proposte concrete e lecite. Parimenti, rivolgendomi alla Sinistra elbana, la proposta di un Sindaco inteso come rappresentante della piccola Comunità di cui sopra, forse sarebbe potuto giungere a conclusione di un percorso condiviso con i cittadini, quantomeno con una parte della società civile, società della quale mi sento di diritto parte.
Concludo questo mio intervento considerando che c’è bisogno sì di un cambiamento, di una rinascita, ma invito le parti chiamate in causa, ovvero coloro i quali si identificano ancora nei valori e nei concetti storicamente ritenuti di Sinistra, a riflettere sulla possibilità di ri-pensare a nuove configurazioni, per giungere alla definizione di un soggetto unico dove siano rappresentate le molteplici isole di appartenenza. Sarebbe un atto di grande responsabilità, non intesa come un pesante obbligo, ma come una scelta consapevolmente compiuta in una prospettiva di percorsi ed orizzonti multipli, finalizzati al benessere in primis dei cittadini tutti.
Linda Del Bono