Non riusciamo a comprendere quale sia il gioco del Sindaco di Marciana Bulgaresi sull’ecomostro di Procchio ed anche la furbizia ed il richiamo demagogico al campanilismo, per cercare di dare la colpa a Legambiente degli eventuali ritardi della messa in sicurezza di Procchio, mostrano la corda.
Forse al sindaco non interessa che chi ha spostato e tombato i fossi a valle della strada provinciale e chi ha costruito 7.500 metri di cemento armato allo sbocco di un fosso e in un’area “blu” secondo le cartografie della regione Toscana già esistenti prima del 2 settembre 2002 (con una licenza concessa nell’agosto 2002), possa costruire usufruendo di milioni di soldi pubblici che vanno a sanare danni creati dai privati, ma a noi interessa e come…
Su una cosa la Sindaco ha ragione: la messa in sicurezza non ha niente a che vedere con la demolizione dell’ecomostro, ma nemmeno, ed ancora di più, con la sua ricostruzione.
Legambiente non vuole impedire la messa in sicurezza di Procchio, i ritardi e i rinvii non sono dovuti a noi, ma all’aver accettato un rinvio nella primavera 2012 per non disturbare l’attività alberghiera, anche di chi ha responsabilità nell’intubamento e tombamento dei fossi.
Legambiente ha lottato perché l’ecomostro non fosse costruito in una zona “blu”, perché non voleva che fosse messo in ulteriore “insicurezza” ciò che ora si vuole “mettere in sicurezza”, spostando semplicemente un ecomostro fatto costruire alla confluenza di tre fossi e che è un elemento dell’insicurezza..
Visto che la Sindaco Bulgaresi ci tira in ballo rivelando precedenti colloqui avuti con Lei, è bene dirla tutta: Anna Bulgaresi, durante due incontri sul parcheggio di Chiessi, disse ad Umberto Mazzantini che per la demolizione dell’ecomostro c’erano problemi che riguardavano proprio le richieste dei due costruttori pistoiesi ri-condannati qualche giorno fa per corruzione e chiese una collaborazione perché la soluzione prospettata non le piaceva. Ci dispiace che abbia cambiato idea e che questo abbia coinciso con la sua candidatura parlamentare nelle fila del Partito di Silvio Berlusconi, ma noi abbiamo fatto quel che abbiamo sempre detto, così come ci siamo complimentati con lei quando nella campagna elettorale che ha visto la sua elezione a sindaco e dopo l’alluvione del novembre 2011 disse che l’ecomostro andava abbattuto senza se e senza ma.
Nessuno impedisce di mettere in sicurezza Procchio, tanto è vero che Legambiente, a differenza di quanto fatto con il progetto presentato dalla precedente Amministrazione Logi (centro-sinistra), non ha fatto osservazioni alla messa in sicurezza presentata dall’Amministrazione Bulgaresi (centro-destra) anche se non ci convince del tutto.
Lo ripetiamo: la messa in sicurezza di Procchio non ha niente a che vedere con la ricostruzione dell’ecomostro, anzi, poteva e doveva essere l’occasione per impedirla e per rivedere l’iter amministrativo di una concessione data pochi giorni prima dell’alluvione del 2002 in zona “blu” e resuscitata dopo la squallida vicenda giudiziaria di Elbopoli, i continui allagamenti dell’area e l’alluvione del 2011. Naturalmente l’Amministrazione Bulgaresi ha solo una piccola parte di responsabilità, visto che è in carica da due anni, ma a più di 10 anni dall’alluvione del 2002 quella “complessa variante urbanistica” della quale parla poteva essere fatta tranquillamente, così come in un anno e mezzo dall’alluvione del 2011, con processi in corso riguardanti l’ecomostro di Procchio e Costa dei Barbari, si potevano prendere decisioni urgenti e forti e non adeguarsi alle richieste ed alle esigenze di “famiglia Giusti e i proprietari dell’Hotel del Golfo”.
Se questo non è stato fatto, se non c’è stata la capacità politica ed amministrativa di mantenere le promesse ripetutamente fatte, non è certo colpa di Legambiente.
Anche noi scegliamo Procchio e lo abbiamo fatto in tempi non sospetti, quando l’ecomostro non era ancora stato costruito e si poteva impedirne tranquillamente la realizzazione, invece di forzare le cose e concedere licenze in un’area a rischio che si sono trasformate anche in un acclarato abuso e in condanne penali.