L’associazione Responsabilità in comune ha presenziato al consiglio comunale del 16 luglio u.s. ed ha posto particolare attenzione alle linee programmatiche enunciate dal Sindaco Angelo Zini, individuandone almeno tre come qualificanti: l’appoggio al progetto del waterfront, l’appoggio (con tanto di approvazione di una mozione di giunta a favore, stando a quanto riportato dal medesimo Sindaco) al progetto di adeguamento funzionale della banchina Alto Fondale e il progetto di “incrementare” (rectius, diciamo noi: creare) gli spazi nel centro storico interdetti alla circolazione automobilistica.
Con riguardo a quest’ultimo punto, pur ritenendolo – almeno nell’illustrazione fattane da Zini – piuttosto timido e decisamente migliorabile, riteniamo che comunque costituisca un passo nella direzione giusta di salvaguardia del centro storico e della possibilità per cittadini e turisti di vivere meglio il centro, nonché della possibilità di farlo tornare ad essere un luogo di aggregazione.
In due precedenti comunicati avevamo espresso motivatamente le nostre perplessità e la nostra contrarietà sull’adeguamento funzionale dell’Alto Fondale, perplessità che con diverse sensibilità sono state espresse anche da altre associazioni, in particolare Legambiente e Italia Nostra Arcipelago Toscano. A queste sollecitazioni il Sindaco ha risposto in modo assai insoddisfacente e superficiale, ribadendo invece il forte appoggio del Comune al dissennato e già precedentemente bocciato dal Provveditorato ai Lavori Pubblici progetto di adeguamento dell’Autorità di Sistema.
Considerando l’impatto paesaggistico della cementificazione di uno specchio acqueo in ambito portuale a ridosso dei bastioni medicei da cui si accede alla Darsena e al centro storico e ambientale per il conseguente aumento delle emissioni in atmosfera dei veicoli e dei traghetti, l’intensificazione della circolazione dove si dovrebbe invece cercare di ridurla, contestiamo questo progetto sotto il profilo teorico e ideologico, nonché istituzionale.
Analoghe considerazioni valgono per il progetto del Porto cantieri già bocciato dalla Regione.
In primo luogo siamo proprio sicuri che colare cemento e mangiare ulteriori porzioni di rada, una rada unica al mondo per storia e conformazione sia la strada giusta per dare una svolta all’economia portoferraiese? Non potrebbe, questo risultato, essere perseguito con una politica di diminuzione, e non di incremento, del traffico veicolare, con la creazione di un’ampia zona a mare di aree pedonali, con la creazione di spazi verdi e con la piantumazione di alberi disseminati per tutta la zona portuale, anche quella commerciale, in modo che chi è costretto a stazionarvi anche per periodi piuttosto lunghi possa godere di ampi spazi d’ombra e frescura, oltreché di una incrementata ossigenazione e di una fortemente diminuita mole di emissioni?
In secondo luogo nessuno dei due progetti è “proprio” dell’Amministrazione, essendo uno promosso dall’Autorità di Sistema e l’altro da un privato. Entrambi sono stati bocciati sia pure per motivi diversi e in diversi tempi. L’esperienza ci insegna che quando ci si è rimessi alle volontà di terzi, pubblici o privati che siano, il comune ha subito solo danni e compressioni delle proprie prerogative: un esempio per tutti l’oscena Gattaia che purtroppo campeggia largamente inutilizzata proprio là dove si vorrebbe ampliare la distesa di cemento a scapito del mare.
In terzo luogo ci si chiede se vi sia l’intenzione, per l’ennesima volta, di ignorare i desideri dei cittadini. Le associazioni che esprimono le proprie critiche, inclusa la scrivente, non sono entità a sé stanti, ma hanno una rappresentatività della quale, crediamo, l’Amministrazione dovrebbe tenere conto e non derubricarla a mera contrarietà a quello che si ritiene essere l’unico modo per dare impulso all’economia.
L’Associazione Responsabilità in comune auspica e chiede che la cittadinanza venga coinvolta ed ascoltata nel merito e si rende disponibile ad accogliere le istanze dei cittadini che possono inviare le proprie considerazioni all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. e a richiedere un confronto con l’Amministrazione comunale sulle descritte criticità.