Anche senza la regia del grande Sergio Leone, i ruoli sono molto chiari.
Il ruolo del “brutto” spetta, di diritto ed indiscutibilmente, all’Ecomostro di Procchio (uno dei tanti ecomostri d’Italia, del resto), ennesima testimonianza dei pesanti tributi che l’Elba abbia già pagato ad una inutile e dannosa cementificazione che, da un po’ di tempo, sembra voler presentare il suo conto : disastri causati da alluvioni in zone notoriamente critiche, scempio urbanistico causato dall’eccesso di seconde case, indisponibilità di aree da destinare ad usi sociali e pubblici di maggior interesse turistico.
Tutto reso possibile, dalla varie Amministrazioni, con l’alibi che, in fondo, il rischio sarebbe stato, e sarebbe, “privato”: peccato che, poi, le conseguenze, come si sa, resterebbero drammaticamente “pubbliche” e sociali. Campo insegna.
Per il ruolo del “buono” si deve prendere atto di una felice coabitazione, gioiosamente competitiva.
Innanzitutto, l’abbattimento dell’ecomostro, che non ha bisogno di alcun altro commento positivo.
Poi, ma non certo secondo per importanza, lo stanziamento regionale di 5 milioni di euro finalizzato alla messa in sicurezza dell’intera area, testimonianza di significativa sensibilità ambientale e di encomiabile finalità pubblica. Anche in questo caso, non si rendono necessari ulteriori commenti positivi.
Ecco, siamo arrivati ad assegnare il ruolo del “cattivo” : qui, purtroppo, la concorrenza è dura e spietata, tanti sono gli aspetti concorrenti, così che mi limiterò a presentarli per punti, lasciando a chi di dovere l’onere della scelta.
1. La “Prima concessione”. E’, infatti, ancora difficile capire come sia stato possibile, a suo tempo, il rilascio di concessioni edilizie così impattanti in una zona visibilmente critica sotto il punto di vista idrogeologico (vedi alluvioni del 2002 e del 2011) e preziosa sotto il punto di vista paesaggistico ed ambientale. Vogliamo classificarlo “errore” del tempo?
2. La “Convenzione”. Premesso quanto sopra, si capisce ancora meno il ricorso alla discutibile “Convenzione” sottoscritta con il Sindaco di Marciana e con l’imprenditore privato (già condannato per fatti connessi), per avallare un secondo errore, con una soluzione che pretende di fare coesistere, in modo contraddittorio, la messa in sicurezza della zona a mare e la (ancora premiata) speculazione edilizia. Cattivo di diritto.
3. La “Finalizzazione”. Alla luce anche di quanto sopra, nonché delle oggettive criticità finanziarie regionali, con note ricadute negative anche sull’Isola d’Elba, si intravede il rischio, che speriamo infondato, che lo stanziamento regionale di 5 milioni di euro possa diventare sostanzialmente strumentale alla reiterata speculazione privata. Anche questo sarebbe un bel “cattivo”.
4. La “Partecipazione”. A leggere sulla stampa, sembra proprio che, come scrive Pasquale Berti, tutto, a Marciana, sia stato deciso “nel segreto di un confessionale” comunale senza disturbare Capigruppo, Consiglieri di minoranza, assemblee pubbliche, e così via.
Povere minoranze di uno Stato di diritto e democratico ! Ignorate dai Sindaci, ed ignorate anche dalla Regione allorché, volendo, sia pure tardivamente, tramite i suoi massimi rappresentanti, “capire meglio i termini della questione” relativa all’ecomostro, mostra chiaramente di voler ignorare le posizioni delle forze politiche di minoranza, le uniche, probabilmente, a rappresentare i veri interessi del territorio e della cittadinanza. Pessimo.
In ogni caso, coraggio : “se Atene piange, Sparta non ride”, in quanto un caso analogo si sta reiterando anche per il “Porto di Marciana Marina”.
Ma sarà un altro film.
Paolo Di Pirro