Lo invocano a chiare lettere le categorie economiche, questo paradigmatico processo gestionale che consente ad altri territori, sicuramente meno privilegiati del nostro, di affrontare le difficili sfide imposte da un’economia asfittica come quella che da anni sta attanagliando il Bel Paese.
Purtroppo i nostri amministratori locali non sembrerebbero curarsene molto e proseguono imperterriti con la solita liturgia dei personalismi e degli ineffabili distinguo, all’ombra dei rispettivi campanili. Un balletto che ha sempre contraddistinto negativamente la nostra isola, fatto di un passo avanti e due indietro, che ultimamente sembra riproporsi in maniera ancora più acuta e preoccupante, soprattutto in quell’agone politico-amministrativo rappresentato dalla Gestione Associata del Turismo.
Si avvicendano i protagonisti, ma lo scenario rimane invariato: una endemica miopia prospettica che antepone le esigenze localistiche ad una programmatica visione d’insieme, in grado di sostenere a livello comprensoriale le imprese ed il mondo del lavoro elbano.
La mission della GAT dovrebbe essere proprio questa: promuovere lo sviluppo dell’Isola d’Elba come un unicum, un solo marchio territoriale senza frazionamenti e incoerenti slegature per quanto concerne le strategie programmatiche e gli investimenti, ma fatto di un’offerta ampia e sfaccettata che costituisce una risorsa per l’intero sistema.
E invece no, siamo punto e a capo! Lo dimostrano le ultime vicende legate allo stanziamento del Fondo di Garanzia per l’aeroporto, a supporto di nuovi voli con destinazioni strategiche ai fini turistici. E’ bastato il niet di un solo sindaco per bloccare l’operazione, senza la buona volontà di indicare soluzioni alternative.
Così come risulta quantomeno inopportuna e patetica la promozione all’estero di un singolo comune elbano, quasi a voler palesare al mondo l’incapacità di un’azione coesa e di squadra.
Questa è l’ennesima riprova di quanto incida negativamente sul territorio questo frazionamento amministrativo, che le Associazioni di categoria hanno cercato di superare proponendo qualche anno fa un referendum per il Comune Unico. Purtroppo questi empasse nella gestione degli aspetti strutturali ed infrastrutturali (porti, aeroporto, strade e trasporti a terra, ospedale, approvvigionamento idrico, politiche di accoglienza turistica, ecc.) causano imperdonabili ritardi su tutti gli asset fondamentali per lo sviluppo dell’economia elbana.
L’auspicio è che dal tavolo della GAT esca la fumata bianca e un rinnovato impegno per superare le deleterie logiche campanilistiche, a favore della valorizzazione dell’Elba nel suo insieme, con scelte tempestive e rispondenti all’identità territoriale. Non a caso si parla di Ambito turistico dell’Isola d’Elba, che è lo strumento previsto dalle normative regionali in tema di politiche dell’accoglienza, rendendo partecipe il tessuto economico e sociale.
Su questo strumento e su un maggiore coinvolgimento delle rappresentanze degli operatori turistici si devono basare gli investimenti del contributo di sbarco (no all’Imposta comunale di Soggiorno!), con una adeguata programmazione per lo sviluppo futuro del turismo di questo territorio. Diversamente, si produrranno degli inevitabili danni al sistema economico locale, dei quali prima o poi qualcuno sarà chiamato a rispondere.
Le scriventi associazioni auspicano pertanto la capacità dei sindaci di ritrovare un’unità di intenti all’interno della GAT, destinando una quota del Contributo di sbarco a sostegno dello sviluppo dell’aeroporto, in quanto misura immediata ed indispensabile per l’economia turistica. Qualora non vi fosse una dimostrazione di coesione programmatica, non vi sarebbe migliore soluzione che riproporre agli elbani il Comune Unico, ritenendo i tempi maturi per non essere rappresentati da sette diversi comuni, ma riuniti sotto un unico vero valore: l’Isola d’Elba.
CONFCOMMERCIO ELBA
CONFESERCENTI
C.N.A
ASSOCIAZIONE ALBERGATORI ELBANI
COLDIRETTI
FAITA CAMPEGGIATORI