Sabato a Portoferraio due piazze hanno mostrato due diversi modi di vivere la politica.
Da una parte quelli che hanno bisogno di un capo da applaudire, che delegano la riflessione sui problemi e sulle soluzioni, e con un atto quasi di fede seguono un leader che sostanzialmente gli vende un "Ci penso io, baby".
Dall'altra una piazza senza leader, con tante persone che hanno idee diverse, che si scontrano talvolta, ma che si ascoltano e riconoscono a ciascuna la capacità di esprimere opinioni su cui riflettere. Una piazza che si riconosce in alcuni valori imprescindibili della coesistenza civile, la libertà , la diversità, la convivenza pacifica.
Da una parte una piazza con un imponente servizio d'ordine, un solo protagonista, il leader, scortato dalle guardie del corpo, con un palco alto, inaccessibile alla 'gente', alle domande, allo scambio di idee.
Dall'altra una piazza con un microfono aperto, nessun capo, la questura che osserva da lontano, un via vai continuo al di qua e al di là degli amplificatori, striscioni, cartelloni, decorazioni, work in progress, installazioni, estremamente creativi, quasi a voler ribadire attraverso la fantasia la diversità delle idee e delle persone che in quella piazza erano tutte ugualmente protagoniste.
Sono passati nove mesi dal mio grido di dolore su queste pagine per una nave lasciata da quel leader fuori dalle nostre acque territoriali. Grido che, come si scoprì, era di tanti cittadini, anche qui all'Elba, al punto che, dal nulla, ci ritrovammo in piazza il 2 Febbraio a parlare, a confrontarci, a dire no a un ministro che si poneva contro il diritto internazionale e contro i diritti umani..
Chissà se è un caso...proprio nove mesi... Sabato in piazza Marinai d'Italia ancora più cittadini si sono ritrovati in un clima di festa, di "uscita allo scoperto" con la voglia di respirare l'aria pura della partecipazione civile e dei valori fondanti la convivenza sociale e civile.
E il grandissimo lavoro organizzativo per ritrovarci oggi in un clima che è stato di pura festa, è stato portato avanti da persone ben più giovani di me, che mi regalano una grande luce di speranza.
Perchè oggi c'era una piazza che si riconosceva nel bisogno di nemici, ma ce n'era un'altra che sorrideva alla vita.
Decidete voi a quale delle due piazze affidare le chiavi del vostro futuro.
Simona Sabbioni