Le cronache sui temi ambientali offrono un campionario ricchissimo di denunce e allarmi che confermano l’esigenza di una seria svolta sul piano internazionale.
Ma dalle cronache non mancano neppure vicende e situazioni di crisi assolutamente contraddittorie rispetto al contesto di crisi.
Mi riferisco tanto per fare qualche esempio, all’impegno per abrogare il Parco regionale di Montemarcello Magra (forse per il momento scongiurato) il tentativo di cancellare qualche riserva ambientale famosa, insomma roba del genere per di più in regioni come la Liguria che di guai ambientali -come è noto- ne ha fin troppi.
Come uscirne? Credo che il problema da risolvere presto e bene sia quello che alle molte critiche e denunce non si accompagnano al momento proposte adeguate che richiedono riflessioni critiche sulle esperienze di questi anni e studi e ricerche che anche negli ambiti più qualificati –i parchi appunto- si sono via via sbiadite fino spesso a sparire. E gli effetti si vedono.
Avendo avuto modo di operare in Federparchi, un Centro studi come il Giacomini di Gargnano, Coste Italiane protette di Ancona, la Lega delle autonomie, l’Unione delle Province, il Centro studi della Giraffa in San Rossore di cui si ricordano suoi 40 anni, e in aggiunta a tutto questo riviste e libri in particolare la Collana del Gruppo di San Rossore che presto pubblicherà il suo 41 volume su Ambiente e parchi, penso urga ripartire anche da qui. Perché solo cosi ambiente e parchi non finiscano in chiacchere e brontolii.
E la Toscana e il Parco di San Rossore devono oggi come nel passato sapere fare la lo parte.
Renzo Moschini