Abbiamo atteso almeno sei mesi dall’insediamento dell’attuale amministrazione portoferraiese, siamo intervenuti come spettatori (richiedendo ufficialmente che si potessero seguire in streaming e dichiarandoci disposti ad occuparcene) ai consigli comunali, abbiamo assistito alla riunione pubblica indetta qualche tempo fa dal Sindaco Angelo Zini congiuntamente ai propri assessori durante la quale sono state ribadite né più né meno le solenni promesse fatte durante la campagna elettorale, tutto ciò nella speranza che qualcosa finalmente si muovesse, anche soltanto nell’ambito dell’ordinaria manutenzione. Si rimane attoniti e interdetti dall’assoluta vacuità dell’azione amministrativa di questo Sindaco e di questa Giunta nonché, va detto, del Consiglio comunale nella sua totalità. In tutto questo tempo gli atti di cui la cittadinanza ha avuto contezza si riducono, nell’ordine: all’emanazione di una delibera di giunta di approvazione del folle e distruttivo progetto dell’Autorità Portuale dell’ampliamento dell’Alto Fondale; alla inopinata chiusura e quasi subitanea riapertura (opportunamente avvenuta a fine stagione) di via Fucini, senza peraltro che se ne capissero le motivazioni, né della prima e tantomeno della seconda; alla nomina di due perfetti sconosciuti, per giunta neanche locali, nel CdA della Cosimo dei Medici a proposito sulla quale, visto quanto avvenuto allo scadere della scorsa Amministrazione, ci si sarebbe aspettati qualche informazione in più considerato che trattasi di denari pubblici. Su questi pochi atti, tutti da noi fortemente avversati, possiamo solo ribadire la nostra totale contrarietà, soprattutto al primo che, peraltro, nel comunicato stampa dell’Autorità Portuale che faceva il punto sul bilancio 2019 e sui progetti finanziati per il 2020 è completamente sparito, prevedendo l’adeguamento funzionale del porto di Rio e la stazione marittima di Portoferraio.
Nel frattempo si assiste ad un degrado del paese che va trasformandosi rapidamente in uno sfacelo. A nulla vale, ormai, ritornare sul trito ritornello dei lasciti della passata Amministrazione, peraltro ribadito da chiunque si accomodi sugli scranni comunali. Le situazioni critiche, ormai croniche e reiterate, sono ormai incistate nel paese da quasi un ventennio, cosa nota ed arcinota anche all’attuale Amministrazione. Ci si aspettava, sebbene consci dello iato che sempre intercorre tra programmi ed effettive realizzazioni, un cambio di passo che consentisse almeno l’ordinaria amministrazione, la minima cura del paese e minimi interventi sulle criticità ormai terminali (su tutte condizioni delle strade, impianto fognario e illuminazione), almeno che il Comune esercitasse la funzione di vigilanza sui lavori delle partecipate ed evitasse ulteriori disastri per esempio all’impiantito urbano di basole rosa del centro storico da parte di ASA. Niente di tutto questo, neanche quello che usualmente viene chiamato “il minimo sindacale”.
Abbiamo un suggerimento da dare ai nostri Amministratori: la prossima volta invece che riunire i cittadini per esporre programmi e progetti che tanto sono destinati a finire nel nulla, convochino la cittadinanza e si mettano davvero all’ascolto. La cosa potrebbe riservare loro opportuni suggerimenti per cominciare a soddisfare almeno i bisogni basici della cittadinanza.
Associazione Responsabilità in Comune