Tra qualche mese in Toscana si voterà per il rinnovo del Consiglio Regionale.
Il buon risultato raggiunto in Emilia-Romagna con la rielezione di Stefano Bonaccini non deve trarre in inganno, la sfida che stiamo per affrontare non è né scontata né senza rischi per il centrosinistra.
La destra governa in molti Comuni importanti della Regione, non ultimo il Comune di Piombino, e certamente si preparerà a questo appuntamento con tutta la forza propagandistico-mediatica di cui Salvini è capace.
Di fronte a questo scenario, desta preoccupazione lo stato del dibattito a cui assistiamo, nazionale e locale, riportato ogni giorno dalla stampa: liti, scontri, baruffe su posti e poltrone. Posizionamenti utili solo a rivendicare la propria esistenza, personale o politica. Con l’interesse generale del territorio e del Paese che resta confinato sullo sfondo.
Un triste e scomposto balletto di nomi fra chi parte, chi resta, chi resta ma vorrebbe uscire, chi esce ma vorrebbe restare.
Il momento così complesso richiederebbe ben altra statura.
Soprattutto in questa fase, in cui la destra non ha ancora scelto il proprio candidato, probabilmente in difficoltà nell’individuare una figura da contrapporre a Giani, candidato unitario di tutte le forza che si riconoscono nel centrosinistra toscano, non vorremmo assistere a questo dibattito. Non se lo meritano i nostri iscritti, i simpatizzanti, gli elettori. Non se lo meritano coloro che pensano che ogni nostra energia dovrebbe essere rivolta a costruire politiche in grado di rispondere alle sfide del nostro tempo. Non a guardare sempre e solo nomi e posizionamenti. Bandierine, personali o di corrente.
Dobbiamo tornare a parlare della nostra visione. Della Toscana che immaginiamo nei prossimi anni. Dello sviluppo economico, dei trasporti, delle nostre eccellenze.
Della cultura e del turismo. Di servizi sociosanitari e di periferie, geografiche e sociali.
Delle competenze che siamo ancora in grado di offrire per affrontare le tante questioni aperte.
Dobbiamo farlo con strumenti nuovi. Mettendo in campo una Casa Comune che veda il PD come perno di un’aggregazione larga dei partiti del centro sinistra riformista, della sinistra, dei cattolici democratici, delle liste civiche, dell’ambientalismo, dell’europeismo, di chi si batte per i diritti civili, dei tanti cittadini che ancora vedono la politica come un valore e non come una scorciatoia.
Il nostro territorio sarà all’altezza del dibattito che dovremo costruire, aprendosi al confronto con cittadini, imprese, associazioni di categoria, professionisti.
Un territorio che parlerà di rilancio industriale e manifattura, di necessità di potenziamento dei servizi e dei trasporti. Un territorio che punterà sull’innovazione e sul nesso imprescindibile fra turismo e cultura. Un territorio che vanta una grande tradizione urbanistica condivisa e che attende una rilettura degli strumenti urbanistici non più rimandabile.
Su tutto questo siamo pronti a confrontarci anche noi.
Convinti che la politica debba tornare a prendersi cura delle persone e essere al servizio di un progetto e di una visione.
Non dei destini personali di qualcuno.
Simone De Rosas
PD Val di Cornia Elba