Lettera aperta al sindaco ZINI.
Presidente della Conferenza
dei Sindaci sulla Sanità.
Cosa si può fare per effettuare uno screening di massa?
Quali sono i casi sospetti di Covid 19 che richiedono un test diagnostico? La circolare ministeriale 7992 del Minstero della Salute, a tal proposito recitache, anche su segnalazioneeffettuate dai medici di famiglia:
“Omissis… Una persona con infezione respiratoria acuta (insorgenza improvvisa di almeno uno tra i seguenti segni e sintomi: febbre, tosse e difficoltà respiratoria) e senza un'altra eziologia che spieghi pienamente la presentazione clinica e storia di viaggi o residenza in un Paese/area in cui è segnalata trasmissione locale durante i 14 giorni precedenti l’insorgenza dei sintomi; oppure, una persona con una qualsiasi infezione respiratoria acuta e che è stata a stretto contatto con un caso probabile o confermato di COVID-19 nei 14 giorni precedenti l’insorgenza dei sintomi; oppure, una persona con infezione respiratoria acuta grave (febbre e almeno un segno/sintomo di malattia respiratoria – es. tosse, difficoltà respiratoria) e che richieda il ricovero ospedaliero (SARI) e senza un'altra eziologia che spieghi pienamente la presentazione clinica… Omissis.”
Ora, nella consapevolezza che l’esecuzione dei tamponi è riservata ai soli casi sintomatici di ILI, SARS e nei casi sospetti di Covid 19, sopraindicati,mi chiedo, in una situazione “circoscritta”, al momento, come quella della nostra Isola, se non sarebbe forse opportuno effettuare dei tamponi rino-faringeo, con successivo test diagnostico, a tutte quelle persone che, probabilmente asintomatiche, ma forse portatrici di virus, si rendono disponibili a farlo? Servirebbe a valutare chi e come isolarlo, dare direttive per chi è negativo e stabilire i tempi di ri-tamponamento dei negativi e di quelli che, di volta in volta, possano avere avuto contatti sospetti. In particolar modo potremmo evitare, per quanto sia possibile farlo, che la malattia non si trasmetta in maniera incontrollata. Vedi modello applicato dalla regione veneta nelle zone rosse o in quelle più a rischio. Sarebbe opportuno prevenire e non solo curare? Proteggere l’incolumità dei nostri concittadini, peraltro con una fascia media d’età piuttosto alta? Io credo che tutti noi siamo disponibili a contribuire economicamente all’acquisto di questi tamponi, al fine di garantire, per quanto possibile, che il focolaio, se presente, resti circoscritto, permettendo di intervenire in maniera graduale, evitando quell’emergenza che metterebbe in crisi e in ginocchio il nostro già fragilesistema sanitario locale.
Premetto che nelle richieste indirizzate ai vari organi decisionali, non c’è la presunzione di sapere come riuscire a ridurre i rischi, o a combattere questo nemico invisibile, ma la semplice volontà di dare voci ai cittadini in maniera corretta ed educata.
Chiedo al sindaco Zini, presidente della Conferenza dei Sindaci sulla sanità, di “sposare” questa linea d’indirizzo, e valutarne la fattibilità in termini economici, strutturali e, soprattutto, in termini “umani”, cioè di determinare se esiste la disponibilità diadoperare il personale sanitario pereffettuare il monitoraggio. Ovviamente Il tutto da compiersi in assoluta sicurezza, in giornate organizzate, con la presenza di forze dell’ordine a coordinare la gestione della situazione.
Alessandro Pugi