Ero all’ Enfola , sabato scorso, nella sede del Parco Nazionale per l’ incontro sul rapporto tra ambiente e felicità, promosso nell’ ambito del Festival del Camminare.
Tra gli ospiti Giampiero Sammuri, il designato neo Presidente dell’ Ente Parco che, prendendo la parola, ha ricordato la propria filosofia operativa, tesa a coniugare protezione (ambientale) e sviluppo (economico). Bene.
Ribadito il rammarico per l’ ennesima mancata consultazione dei Comuni dell’ Arcipelago da parte della Regione sulla nomina, prima di dare il proprio assenso alla proposta del Governo, concordo con l’ urgenza e la necessità di guardare avanti.
La recessione in atto -infatti- non consente a nessuno che abbia responsabilità amministrative, sul piano etico innanzitutto, di attardarsi a sottolineare le diversità (di ruolo e magari pure culturali) piuttosto che le convergenze possibili, anzi possibilissime se si ragiona di sviluppo dei turismi (penso a quello scolastico-primaverile, che può trovare nell’Elba un laboratorio di biodiversità unico, a quello degli sport all’ aperto, enogastronomico, ecc ).
La risorsa ambiente è quindi valore aggiunto per l’Elba e l’Arcipelago, volano per uno ‘sviluppo sostenibile’, dove la sostenibilità è certo naturalistica e ambientale ma anche sociale, del lavoro e del reddito, con ampi spazi di miglioramento se gestita in maniera sinergica da Istituzioni, categorie economiche, cittadini. Concentriamoci su questo.
Di qui il ‘Patto’, che potrà trovare una sua efficace declinazione in numerose ‘buone pratiche’di crescita sostenibile, l’ agricoltura e la pesca, , per fare un altro esempio, promuovibili anche da quel Piano del Parco, fino ad oggi misconosciuto ed assai poco dispiegato.
Occorre ricordare, a tal proposito, che non si tratta di delegare ogni azione al Presidente e alla sua presunta bacchetta magica; tra gli altri organi di Governo dell’ Ente, spicca la Comunità del Parco, di cui i Comuni elbani sono parte maggioritaria e ai quali spetta, oltre la stesura del Piano socio -economico de parco, la nomina di 5 componenti l’ altro organo di governo del PNAT, il Direttivo.
Come cantava De Andrè, siamo tutti coinvolti.
Carlo Rizzoli
Assessore Ambiente - Comune di Portoferraio
Caro Carlo
Lasciami notare restando a De André che pur sentendomi "coinvolto" non me la sento, rimontando un verso della canzone "anche se sarete assolti - siete tutti coinvolti", di imbrancarmi con chi necessita di una assoluzione almeno sotto il profilo ambientale, e lasciami notare che non ho visto molte tracce di ravvedimento operoso (da parte di chi di dovere) neanche in quella (bella) occasione del convegno a cui ti riferisci: una iniziativa di alta qualità formativa ed informativa, alla quale ha partecipato un numero interessante di cittadini e giovani ma che è stato bellamente snobbato (nonostante il valore aggiunto dalla casuale presenza del nuovo Presidente del Parco) da Lor Signori gli Amministratori Elbani, che hanno scintillato corruschi per la loro assenza, con le lodevoli eccezioni del Sindaco di Marciana e della tua persona (se non mi è sfuggito qualcun altro ma non credo). Tanto che anche a me sono venuti in mente tre di più datati versi: "A intendo! Il suo cervel, Dio lo riposi / in tutt'altre faccende affaccendato/ a queste cose è morto e sotterrato"
Ciò premesso e tenuto ben presente, non ti nascondo che tutte le volte che sento pronunciare il termine "sviluppo", anche da te, che una certa coscienza ambientale ce l'hai, e perfino da Sammuri che gode di tutta la mia stima, un brividino lungo la schiena me lo sento correre, e non tanto perché mi ritenga un "ambientalista talebano" come Fratini chiama chi è semplicemente più radicale nella difesa della conservazione ambientale nel confronto politico tra i diversi valori, è un brivido determinato dall'impressionante numero di schifezze fatte passare all'elba (in primis o almeno alla pari dalle amministrazioni del centrosinisra) come "sviluppo" che da un po' di tempo a questa parte diventa sempre più spesso accoppiato a termine "sostenibile" pur riferendosi a interventi, disegni e desideri ambientalmente sostenibili quanto è sostenibile in autonomo galleggiamento un gatto di piombo.
In un'isola dove l'intelligenza e la cultura spesso latitano, ma la "furbizia" e l'avidità materiale la fanno quasi sempre da padrone, occorre a mio opinabile giudizio estrema cautela nel parlare di sviluppo e pure di sviluppo sostenibile. Facciamo magari un piccolo sforzo semantico e cerchiamo di individuare dei termini diversi da quelli che, a seconda da quale parte del canale si stia, hanno accezioni diverse.
Ho una mezza proposta: raccogliamo il suggerimento dei due relatori di quella mattinata Pira e Canova ed iniziamo a parlare di "PROGRESSO" senza aggettivazioni lenitive. Il lemma "progresso" che è concetto più collegabile all'acquisizione di una maggiore dignità dell'essere umano che alla materialità E poi una parola "di sinistra" antica ma ancora fresca e odorosa di giustizia, libertà ed uguaglianza
sergio