Cambiare il paradigma significa anche uscire dall’inerzia e trovare forme di azione volte tanto a sensibilizzare, quanto a contenere i disastri socio-ambientali in atto.
Non c’era bisogno dell’emergenza sanitaria per prendere coscienza che:
- un ambiente ammalato non può che albergare ospiti ammalati;
- che la responsabilità dei pubblici amministratori è enorme nella mal gestione delle problematiche che ci affliggono, ma che la nostra responsabilità, di individui e cittadini è altrettanto enorme e che non possiamo veramente più delegarla in mani altrui;
- che tutto e tutti siamo strettamente interconnessi in reti complesse e che il benessere di ognuno è dipendente dal benessere di tutti ma soprattutto del tutto, ovvero dell’ambiente, naturale in primis e socio-culturale subito dopo.
Da questa emergenza l’urgenza di agire non più solo in modo individuale ma anche collettivo e con strategie politicamente creative e propositive.
Il taglio degli alberi non riguarda solo il viale di S.Giovanni, e non riguarda solo la prospettiva del 5G; è in atto da tempo una gestione sconsiderata e incompetente del verde pubblico, privato e del patrimonio boschivo:
- ampi tratti di macchia mediterranea (ad esempio nel comune di Campo) sono diradati (e così privati della compattezza che contraddistingue e preserva l’integrità della macchia) in corrispondenza delle strade, in un eccesso di zelo di manutenzione della viabilità che produce paradossalmente una maggiore instabilità del terreno liberato dagli arbusti e quindi non più trattenuto dalle radici di questi, e che, con le dovute proporzioni, evoca i disboscamenti agli orli delle grandi foreste, causa di un pericoloso “smarginamento” che apre brecce verso l’interno;
- porzioni di taglio selettivo (a scopo commerciale?)
- Abbattimenti arbitrari nei terreni privati, non controllati né tanto meno sanzionati;
- nessun progetto di rimboschimento né piantumazione;
- infine l’espansione edilizia e gli abusi storici e contemporanei.
La nascita del Comitato alberi Maestri è un’opportunità imprescindibile per dare voce e aprire campi di azione alla cittadinanza attiva sulla questione ambientale nei termini esposti all’inizio.
Il nostro fragile territorio elbano aveva da tempo questa esigenza forte, e da qui non potremo che immaginarci in rete con le iniziative analoghe che si stanno sviluppando nel territorio nazionale.
Ci siamo, siamo qui, “ah io sono qui” .
Francesca Ria
per il Comitato Alberi Maestri