La giunta del Comune di Portoferraio ha nuovamente risposto alle nostre domande su Cala dei Frati buttando la palla in fallo e spiegando ancora una volta a noi ed ai cittadini che l’accesso da terra a quella magnifica spiaggia praticamente urbana è interrotta da una proprietà privata.
Lo sapevamo già, visto che è la stessa risposta che ci viene data da anni dalle amministrazioni comunali portoferraiesi di qualsiasi colore, ma tirare in ballo il Catasto Leopoldino per stabilire che non sarebbe esistito un accesso consuetudinario (e quindi pubblico) ci sembra leggermente eccessivo, anche perché al tempo del Granducato di Toscana il bagno al mare era una cosa praticamente sconosciuta, soprattutto per il popolo e nelle spiagge più selvagge.
Senza ritornare indietro al XIX secolo, la giunta di Portoferraio potrebbe invece ascoltare i portoferraiesi un po’ più avanti con l’età che assicurano che il sentiero c’era ed era ben frequentato e che è stato chiuso dal muro di una villa.
Senza risalire alla fondazione di Cosmopoli, l’Ufficio Tecnico e gli Amministratori e le altre Istituzioni interessate potrebbero invece rifarsi alla più recente sentenza della Corte di Cassazione del febbraio 2001 che ha definitivamente sancito che tutte le spiagge debbono poter essere raggiunte liberamente: "Nessuna proprietà privata per nessun motivo impedisca l'accesso al mare alla collettività se la proprietà stessa è l'unica via per raggiungere una determinata spiaggia". Quindi, non possono esistere reticolati, sbarre e "strade private" che impediscano l’accesso dei cittadini, perché la costa e le spiagge sono di tutti.
Quella sentenza respinse il ricorso dell'amministratore del condominio "Lo Sbarcatello", di Porto Ercole e comportò l'immediata riapertura del passaggio alla spiaggia su cui sorge la villa "Elefante Felice" dei reali di Olanda e altre residenze di ex ministri, registi, industriali e nobili signori.
Crediamo che con un po’ di volontà politica, dopo qualche blitz di Goletta Verde e numerosi dossier “Mare in Gabbia” di Legambiente, in questi 12 anni si sarebbe potuta riaprire anche Cala dei Franti… Anche se non ci sta la Regina d’Olanda.
Legambiente Circolo dell'Arcipelago Toscano
Ci sia consentito un ragionamento a margine della questione partendo da un'osservazione: è poco ma sicuro che l'amministrazione comunale che restituisse ai cittadini quella spiaggia fino a qualche decennio fa Catasto Leopoldino o non Catasto Leopoldino era CONSUETUDINARIAMENTE FREQUENTATA DAI PORTOFERRAIESI CHE VI ACCEDEVANO VIA TERRA acquisterebbe molte simpatie da parte della cittadinanza.
Perché allora i diversi amministratori che si sono alternati alla guida della città non hanno cavato un ragno dal buco? Semplice: perché a questo punto, lasciata marcire la situazione, per assicurare un accesso pubblico occorrerebbe investire qualche euro, progettare un intervento e soprattutto procedere ad una transazione con i privati o al limite ad un esproprio (e saremmo curiosi di vedere quale giudice non riconoscerebbe la pubblica utilità di una simile azione), insomma ci sarebbe per dirla con eufemismo da tirare fuori le palle (degli occhi ovviamente) e da lavorare; comporta quindi meno rotture e fatica fottersene proprio del problema, e rispondere a chi di tanto in tanto si permette di ricordarne l'esistenza, con una cortese quanto vacua risposta (nel caso una vera e propria supercazzola granducale).
Ma per questa compagine amministrativa, così distratta quando si tratta del diritto del pedone di raggiungere il mare e così comprensiva verso lo scorrazzare del motociclista boschivo (cazzo, di questi grami tempi 5.000 eurini di contrbuto al "Motorally" è dimostrazione di sensibile attenzione) è cominciato il conto alla rovescia, rassegnamoci e guardiamo oltre.
Bene ripetiamo qui quello che abbiamo già in altra occasione scritto: ci impegnamo a NON votare (ed a chiedere di NON votare) in futuro per le liste che NON inseriranno nel loro programma il solenne impegno a restituire ai ferajesi ed ai loro ospiti quella spiaggia.
sergio rossi