I genovesi sanno bene cos’è il “mugugno”.
A quanto essi stessi raccontano, marinai ed operatori portuali avevano la possibilità di scegliere tra due tipi di rapporto di lavoro : uno, con “paga più alta”, ma senza diritto di mugugno, l’altro, con paga più bassa, ma con diritto di mugugno.
Buona regola del genovese “doc” è che ad un mugugno è necessario dare seguito con un altro mugugno, e così via : l’importante è lamentarsi di qualcosa, indipendentemente da tutto.
Il mugugno non è una protesta sindacale, non mira ad ottenere un risultato concreto, non ha un obiettivo e non ha un fine, non vuole impietosire e non si aspetta partecipazione : è solo un “mugugno”, governo ladro!
Evidentemente gli elbani sono un poco genovesi, per quanto si legge almeno su molti blog, ed il mugugno, in fondo, fa la fortuna dei blog stessi.
“Gli elbani, solo uniti possono fare sentire la loro voce, se continua così ci butteranno alle ortiche !”
“Elba repubblica indipendente, forte ed unita !”
“Stacchiamoci definitivamente dal continente, diventiamo autonomi ed autosufficienti....”
“Ma guarda come si comporta la Regione ! Siamo troppo piccoli per loro?”, “..e, poi, quel Sindaco sempre contrario....” ; “Ritrovare l’orgoglio isolano, la voglia di riscatto...”
Potrei, naturalmente, continuare con esempi di pari tenore che, tra l’altro, non fanno alcun riferimento a specifiche località (o identità, come d’improvviso, è diventato di moda parlare) ma, finalmente e semplicemente, richiamano ad una comune, forte, riconoscibile e rispettata identità “elbana”.
Mi chiedo, poi, se le persone che hanno scritto tutto ciò, siano favorevoli o meno al Comune unico: di alcuni tra essi conosco la contrarietà, nonostante il contributo a mugugni simili a quelli sopra citati, dando dimostrazione di creativa contraddizione.
Di fatto, ora possiamo veramente essere padroni del nostro destino (almeno quello amministrativo), al di là delle eventuali e solo momentanee imperfezioni giuridiche e referendarie, e della ovvia constatazione che il Comune Unico non possa essere, di per sé, la soluzione miracolosa ed immediata di tutti i problemi elbani.
In ogni caso, il Comune unico sarebbe, anche alla luce dei fallimenti di tutte le precedenti forme ballerine e volatili di alleanze e coordinamenti tra gli 8 Comuni elbani attuali, il miglior punto di partenza ed il migliore strumento possibile per iniziare a costruire il futuro dell’Elba, e per presentarci come entità forte e coesa anche nelle battaglie, quasi quotidiane, per la difesa dei nostri diritti.
Per quanto mi riguarda, vorrei esprimere il desiderio che, nel prossimo referendum, possa vincere, con naturalezza e responsabilità, il SI al Comune unico; vorrei che non rivincesse il partito del semplice e sterile mugugno di insoddisfazione letto nei blog o recitato nei bar; vorrei, invece, una “paga più alta”; vorrei tanto che non venisse buttata alle ortiche questa occasione di maturità.
Paolo di Pirro